Casale Podere Rosa  











sabato 5 marzo 2005
ore 21.00


Alberto P.



teatro di narrazione di e con

Antonio Mercuri
Anna Maria Spalloni

"Ad anni dieci fu orfanello
poi lo chiamarono pazzerello
lo portarono in un castello
e dietro chiusero il cancello
Adesso che è libero, senza anello
dice pensando a quel fardello:
mi sono fatto vecchiarello
col timbro "matto" sul cervello."


Questa filastrocca è la sintesi della storia di Alberto Paolini. Un orfano che a quindici anni, nel 1948, quando "a San Lorenzo c'erano ancora i buchi delle bombe per terra" era troppo timido e fu rinchiuso nell' ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà. Si ritrovò in un posto dove tutti "c'avevano la stessa divisa piena di timbri" e dove "nel bagno non c'erano né porte e né specchi". Un parco bellissimo con 2811 alberi e dove la terapia che andava di moda era l'elettroshock, che Ugo Cerletti aveva visto praticare ai maiali "dell'ammazzatora, al mattatoio di Testaccio", Poi arrivò la legge Basaglia e la lenta dismisione di tutti i 42 padiglioni del manicomio e di tutti i suoi "alienati". Alberto esce e comincia la sua nuova vita e nuove diffincoltà in una "casa famiglia".
Questo è quanto verrà raccontato, in un ora e un quarto circa. Lo spettacolo nasce da un racconto autobiografico di Alberto Paolini, "Il mio primo giorno di manicomio".Il resto è documentazione bibliografica e la nostra fantasia. Le testimonianze, riportate  in audio, sono di Adriano Pallotta.

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