Casale Podere Rosa |
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sabato
19 febbraio 2005
"Ci piace
raccontare, fissare dei momenti fatti di piccole storie immersi in
storie più grandi, usando tinte a volte tenui e a volte forti.
“3 racconti e un blues” è uno spettacolo di narrazione (ce lo
hanno definito anche “teatro civile”), della durata di un’oretta e un
quarto circa, che portiamo in giro ormai da un anno e mezzo. Ogni volta
qualcosa cambia, ma al titolo ci siamo affezionati e alla fine resta
sempre lo stesso. Questa volta, per esempio, abbiamo cambiato
anche il numero dei racconti e il titolo corretto dovrebbe essere…
“quattro racconti e un blues”, ma non importa, l’importante è
raccontare il tempo.ore 21.00 TRE RACCONTI E UN BLUES "Upim" - "Pisa, 5 maggio 1972" - "Idrolitina" "Roma969510" - "Narrando il tempo" teatro di narrazione di e con Antonio Mercuri Anna Maria Spalloni “Camminavano tutti insieme per strada, gridando i loro slogan francesi, battendo il tempo con i fischietti e con i tamburi. Prima camminavano, ma poi cominciarono a correre e a lottare. A me sembrava di rivedere i film dei gladiatori del cinema Ariel”. Un bambino è davanti alla tv mentre sullo schermo scorrono le prime immagini del maggio francese. Ha appena saputo che sua madre non gli comprerà quel vestito nuovo che ha visto alla Upim, che forse lo avrebbe fatto sentire come tutti gli altri. È il 6 maggio del 1968. Quattro anni dopo, a Pisa, il 5 maggio del 72, Franco Serantini, viene arrestato nel corso di una manifestazione, muore in carcere per le percosse subite durante i disordini. Con questi due racconti si apre lo spettacolo. Il tempo di un’illecita sigaretta e ci si sposta dai disordini del Lungarno alla più tranquilla periferia di Roma, sulla Cassia, anche se “dicono che stiamo a Roma, ma qui è più campagna che periferia. Di fronte a casa di mio nonno c’è una strada bianca e sterrata la Via Vejentana... La casa nuova sta a 3 chilometri, a Tomba di Nerone, anche se quella non è la tomba di Nerone, quella è la tomba di uno che con Nerone manco c’era parente alla lontana”. Siamo sempre nei primissimi anni settanta e in quei tempi, sulla tavola c’era ancora una bottiglia con l’Idrolitina e le “conchiglie della Voxon” si vendevano come le scatole dei Gentilini. Un salto di altri 6 anni e nel 1978 termina la carriera una 850 coupé, rossa, targata Roma 969510 “ribattezzata 3 cilindri perchè il quarto era come se non ce l’avesse”. Lo spettacolo si chiude sulle note di “Narrando il tempo” un blues-racconto che ripercorre la storia del nostro Paese, dagli anni Settanta ad oggi, attraverso le canzoni che segnarono quegli anni nonostante nessuna di esse abbia partecipato al Festival di San Remo o a Canzonissima." |
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