Le risorse naturali hanno un proprio ciclo di vita, alcune si rinnovano tali e quali a se stesse mano a mano che vengono consumate (RISORSE RINNOVABILI), altre si rigenerano con tempi molto lunghi (RISORSE NON RINNOVABILI).

Il problema più grosso rispetto all'uso delle risorse e quello dello SPRECO.

Spesso infatti non c'è un rapporto adeguato tra il prelevamento di un certo 'materiale' e la capacità di tale 'materiale' a rigenerarsi.
In questo caso il materiale/risorsa può esaurirsi determinando una sequenza di piccole/grandi catastrofi.

Per esempio una FORESTA, comunemente considerata una risorsa rinnovabile, quando viene tagliata ad un ritmo più intenso della sua crescita, perde la capacità di rigenerarsi con gravi ripercussioni per tutte le forme di vita ad essa collegate.

TUTTE LE RISORSE, ANCHE QUELLE DEFINITE RINNOVABILI, SONO PRESENTI IN QUANTITÀ LIMITATA.

Per esempio l'ACQUA nei suoi cicli di rigenerazione, a causa dell'inquinamento, perde di qualità e per questo l'acqua pura deve essere considerata un bene in via di esaurimento.
Le risorse naturali si degradano e trasformano mentre le utilizziamo, a volte producono forme di inquinamento (petrolio e derivati), o degenerano in materie non più utilizzabili che accumuliamo sotto forma di RIFIUTI.

Ma a partire dagli anni '70 una serie di studi nati da riflessioni di carattere ambientale, economico e sociale hanno dimostrato che LA CRESCITA ESPONENZIALE DEI CONSUMI DETERMINA UNA CRESCITA ESPONENZIALE ANCHE DEI DANNI AMBIENTALI (rifiuti, inquinamento, etc.) parallelamente ad un inesorabile impoverimento delle risorse naturali necessarie alla vita sulla terra.

Questo sviluppo incontrollato, gestito da potenze commerciali si sta inoltre riversando negativamente su quei paesi (del sud del mondo) che pur essendo detentori di materie prime fondamentali allo' sviluppo' (per esempio il petrolio) sono continuamente privati della possibilità di gestirne il 'vantaggio economico' per investirlo nei propri paesi, con un conseguente impoverimento delle popolazioni.
Inoltre si determina un consumo e deterioramento dell'ambiente con danni diretti maggiormente visibili in questi paesi, e con danni indiretti che si riversano sull'intero pianeta (siccità, alluvioni. catastrofi varie, etc.).

Le DISEGUAGLIANZE SOCIALI permettono quindi che circa il 20% della popolazione mondiale utilizza più dell'80% delle risorse naturali disponibili, mentre l'80% della rimanente popolazione conduce una esistenza di sussistenza.

Ecco perché un rivoluzionario CAMBIAMENTO degli STILI di VITA che abbia presente il raggiungimento degli obiettivi di EGUAGLIANZA SOCIALE, CONDIVISIONE EQUA delle RISORSE, LIMITE ai CONSUMI, può permettere di fermare l'inaridimento e l'imbarbarimento del pianeta.

LA NOSTRA INTELLIGENZA E LA TECNOLOGIA DEVONO ESSERE AL SERVIZIO DI QUESTO SCOPO.

A titolo esemplificativo questo pannello collocato nel giardino del Casale è illuminato con una piccola lampada alimentata dal sole.