Notizie locali e globali 16 – Rispetto e supporto a rifugiati e migranti tutti i giorni, non solo il 20 Giugno

16 NOTIZIE LOCALI E GLOBALI del 20/06/2017
a cura di Federica Giunta (progetto “Torno subito” al Casale Podere Rosa)

Rispetto e supporto a rifugiati e migranti tutti i giorni, non solo il 20 Giugno / Sempre più in Europa l’arrivo dei migranti è percepito come una crisi, a tratti come una vera e propria minaccia. L’immigrazione diventa capro espiatorio per il diffuso scontento causato da importanti trasformazioni della società, come l’accentuazione delle diseguaglianze economiche e sociali e l’imposizione di politiche di austerità e nazionalismo. È bene ricordare, inoltre, che la maggior parte dei rifugiati lo sono per cause economiche e geopolitiche dovute a guerre causate per nutrire gli interessi dell’1% della popolazione mondiale, dovute a politiche internazionali razziste e colonialiste per affermare una egemonia, la maggior parte delle volte bianca e cristiana, a scapito di intere popolazioni e gruppi etnici, dovute al saccheggio messo in atto dai paesi occidentali verso le risorse naturali dei paesi del “sud del Mondo”, dovute sempre più spesso ai disastri ambientali, causati da cambiamenti climatici sempre più reali.
Proprio per questo il 20 Giugno è stata istituita la Giornata internazionale del rifugiato che commemora l’approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo scopo della giornata consiste nel mostrare ai leader mondiali che i cittadini sono dalla parte dei rifugiati e vogliono inviare un messaggio ai governi affinché collaborino per migliorare le loro condizioni. Nel rapporto Projected Global Resettlement Needs 2017 che fotografa questa situazione,  si afferma che in virtù dell’aumento delle quote di reinsediamento (stabilirsi in un paese terzo, rispetto al proprio e a quello di primo asilo) da parte di alcuni paesi, e dell’aumento delle richieste, il numero previsto di persone che necessiteranno di reinsediamento nel 2017 raggiungerà i 1,19 milioni, ovvero il 72% in più rispetto al 2014. Nel 2017 i siriani, seguiti da cittadini del Sudan, dell’Afghanistan e della Repubblica Democratica del Congo, saranno tra coloro che maggiormente necessiteranno di un programma di reinsediamento.
Il reinsediamento potrebbe essere una delle soluzioni migliori per i rifugiati, insieme all’integrazione nella società di accoglienza, che però è sempre più problematica, soprattutto in un paese come l’Italia.
Infatti dovremmo essere sempre più uniti, non solo oggi, se non tutti i giorni, nel richiedere o almeno sensibilizzare l’amministrazione pubblica per chiedere un’accoglienza diffusa sul territorio e finalizzata all’inclusione e al monitoraggio costante del sistema come unica strategia possibile per promuovere l’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Questa forte fratellanza e solidarietà andrebbe espressa soprattutto questa settimana dove al Senato si sta discutendo se votare lo Ius soli, legge sulla cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, che porta con sé non poche turbolenze all’interno della maggioranza, nascoste nelle maglie dei tantissimi emendamenti (circa ottomila) che già si prevedono. Vorremmo così che si riconoscesse almeno la dignità delle persone che arrivano nel nostro Paese in cerca di una nuova casa, soprattutto nel caso in cui si sta parlando di persone nate nel nostro paese ma alle quali ancora viene negata la cittadinanza.

Links:
Immigrazione ed emigrazione: contributo per un dibattito all’interno della piattaforma Eurostop
Giornata mondiale del rifugiato
Ius soli, all’ultimo miglio in Senato. Ecco le regole negli altri Paesi Ue

fonte: http://coopres.it/

Notizie locali e globali 15 – Campagna STOP CETA. Evitiamo l’accordo tossico UE-Canada

15 NOTIZIE LOCALI E GLOBALI del 20/06/2017
a cura di Federica Giunta (progetto “Torno subito” al Casale Podere Rosa)

Campagna STOP CETA. Evitiamo l’accordo tossico UE-Canada / Giovedi 22 Giugno in Senato arriverà il processo di ratifica del CETA, l’accordo commerciale fra Europa e Canada (“Comprehensive Economic and Trade Agreement”). Con la ratifica di questo accordo, come per il TTPI, qualsiasi cittadino dovrà fare i conti con una forte perdita di sovranità e autodeterminazione, a favore di grandi imprese e grandi progetti, sempre più lontani dalle realtà, dalle esigenze e dai territori. Infatti non sono di certo questi accordi che premiano e valorizzano la qualità, i diritti, il lavoro, la salute, l’ambiente.
Il CETA, come il TTIP, è un trattato che fa della deregolamentazione l’obiettivo centrale: un approccio che mette il business di poche grandi imprese davanti ai diritti dei lavoratori e alla qualità dei prodotti. L’Italia rischia mille di posti di lavoro, una riduzione della sicurezza alimentare, l’incremento dell’utilizzo di petrolio da sabbie bituminose (tre quarti delle raffinerie europee già si sono attrezzate per processare petrolio da sabbie bituminose), un indebolimento della lotta al cambiamento climatico, il probabile ingresso di OGM e di prodotti trattati con pesticidi non consentiti in Europa, e la competizione delle piccole imprese con prodotti di scarsa qualità in misura tale da mandare in rovina interi settori dell’economia locale Per chi è particolarmente attento alle questioni ambientali e di utilizzo di fonti di energia alternative il CETA dovrebbe sembrare particolarmente scomodo, dal momento in cui se venisse approvato i combustibili fossili ottenuti con i procedimenti estrattivi più inquinanti potranno fare il loro ingresso in Europa senza alcun problema (petrolio da sabbie bituminose sarebbe 5 volte più inquinante di quello estratto convenzionalmente). Inoltre, a livello giuridico, potrebbero essere minate l’indipendenza dei giudici e la libertà di regolamentazione da parte degli Stati, che potrebbero subire cause multimilionarie per quasi tutte le politiche pubbliche considerate scomode dagli investitori del paese contraente, comprese quelle ambientali e di emissioni di CO2.
Il CETA è arrivato all’esame della Camera, e i parlamentari italiani dovranno analizzare un testo denso di criticità per tutti i settori più delicati e importanti del nostro paese: dall’agroalimentare ai servizi pubblici, dall’energia agli appalti.
Però viste le numerose delusioni avute in passato dai parlamentari (italiani ma non solo) è dovere di noi cittadini, attivisti o meno, pretendere che si prendano le giuste decisioni, giuste per il 99% e non per il solito1%. Dobbiamo agire. Oggi, al più tardi domani, per fermare questo trattato che potrebbe rovinare le sorti del nostro paese.
Qui troverete la maniera di farlo: #StopCETA – Adotta un senatore!
Links:
Trudeau lascia l’Italia: sul Ceta pressione della società civile
Chi ha paura del CETA

fonte: http://www.eunews.it

Casale Podere Rosa al Dip. Patrimonio / Lettera del 12/06/2017

Casale Podere Rosa al Dip. Patrimonio / Lettera del 12/06/2017
Gli uffici dell’Amministrazione Capitolina stanno verificando i requisiti degli organismi che hanno in concessione immobili del patrimonio indisponibile del Comune di Roma per poi procedere al riordino del patrimonio stesso (circa 800 immobili). Da un anno a questa parte si sono susseguiti diversi atti ammnistrativi finalizzati ad un ragionevole ‘rallentamento’ degli sfratti fino all’approvazione del nuovo regolamento per le concessioni del patrimonio immobiliare. Ad oggi il regolamento non è stato approvato, mentre le realtà dei territori che -come anche il Casale Podere Rosa- tengono in vita presidi di cultura, di socialità, che rendono ai cittadini servizi di utilità pubblica, rischiano di vedere apposti i sigilli e di dover interrompere immotivatamente le attività.
Da come si sono svolti alcuni controlli al Casale Podere Rosa riteniamo che gli uffici partano da una ipotesi arbitraria per dimostrare il teorema che la nostra associazione svolge una attività di tipo commerciale e che la svolge peraltro senza le debite autorizzazioni.
Se il teorema venisse dimostrato il Casale Podere Rosa “salirebbe” di graduatoria nella lista dei prossimi sfratti…!

iconaPDF lettera: cpr_l_dip_061217_00

iconaPDF Memoria Giunta Capitolina DIPARTIMENTO PATRIMONIO – SVILUPPO E VALORIZZAZIONE numero 42 del 09/06/2017 (citata nella nostra lettera)