venerdì 28 febbraio
ore 17 appuntamento con “La finestra sul cinema”, cineforum promosso da ragazzi della Biblioteca Passepartout. Si vede il film, si fa una pausa, e si discute insieme! L’appuntamento ha una cadenza mensile, la scelta dei film viene fatta all’interno del gruppo.
Film in programma …in via di definizione
sabato 1 marzo minirassegna: il mi’ babbo
ore 16,00 LE AVVENTURE DI PINOCCHIO di Luigi Comencini Italia 1972 128′
ore 18,00 IL TEMPO CHE CI VUOLE di Francesca Comencini Italia 2024 110′
sinossi
LE AVVENTURE DI PINOCCHIO
di Luigi Comencini Italia 1972 128′
Il mitico Pinocchio di Comencini, apparso per la prima volta in tv in sei puntate nel 1972, e in seguito ridotto per il cinema. Al romanzo per ragazzi di Carlo Collodi del 1881, famoso in tutto l mondo, sono stati dedicati diversi film, ma questo rimane sempre impareggiabile. Luigi Comencini, da sempre interessato al mondo dell’infanzia, trattato sempre con grande delicatezza, diceva: “Non ho mai considerato il libro di Collodi una favola: Cappuccetto rosso è una favola, Pinocchio è un racconto contadino e lo studio di un carattere con tutti gli aspetti universali e tipici dell’infanzia.” Un burattino di legno artigianale, ispirato alle illustrazioni di Carlo Chiostri (1863-1939), una scenografia brulla, costumi scarni ed essenziali, orecchie di pezza, baffi finti e parrucche colorare, interpretazioni eccezionali, accento marcatamente toscano, riescono a rendere una potenza poetica inaudita e rimasta ineguagliata.
IL TEMPO CHE CI VUOLE
di Francesca Comencini Italia 2024110′
«Prima la vita, poi il cinema». Urlava Luigi Comencini sul set di Pinocchio. Francesca Comencini realizza, dopo averlo pensato tanto tempo, un sincero omaggio al padre. La regista romana racconta il meraviglioso e travagliato rapporto con il padre, in un toccante film autobiografico, ambientato tra gli anni ‘60 e ’70. L’infanzia che sembra perfetta e poi diventare grandi sbagliando tutto. Cadere e rialzarsi, ricominciare, invecchiare, diventare fragili, lasciarsi andare ma non perdersi mai. Il tempo che ci vuole per salvarsi. Un film, intimo, coraggioso, spietato su quel rapporto per lei così centrale, raccontandolo come se le sue sorelle e sua madre non esistessero. La Comencini ci ricorda come la fiaba di Pinocchio, oggetto dell’opera filmica più amata di suo padre, qui ricostruito con fedeltà sia nelle ambientazioni che nei personaggi,sia un’efficace metafora della difficoltà del passaggio dall’infanzia alla vita adulta, ma anche ci dice come suo padre, anzi tutti i genitori, facciano il possibile per insegnare ai figli a non temere la balena, cioè i pericoli della vita.
Ma Il tempo che ci vuole è basato, oltre che sul rapporto padre-figlia, anche sulla magia del cinema, non solo quello dei Comencini, ma anche quello di chi del cinema è stato pioniere, come Georges Méliès, e di chi l’ha saputo reinventare in Italia, come Roberto Rossellini.