Premessa: perché una mappa?
Migliorare la conoscenza delle aree verdi può contribuire a progettare le città resilienti del futuro.
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I motivi che ci hanno spinto, a trent’anni dall’istituzione del Parco Regionale Urbano di Aguzzano, a intraprendere una indagine sulle luci e sulle le ombre di questa area protetta, sui suoi valori ecologici, sociali e paesaggistici, ma anche sulle pressioni che il territorio circostante esercita continuamente su di essa, sono molteplici.Innanzitutto esiste un motivo di ordine generale. Le conseguenze ambientali della crescita tumultuosa e irrazionale delle società umane, hanno assunto una rilevanza inimmaginabile fino a pochi anni fa, condizionando già oggi la vita di tutti e compromettendo pesantemente il futuro delle nuove generazioni. Temi un tempo guardati con distacco dal mondo politico e dai media, come “ecologia”, “sostenibilità”, “biodiversità”, “cambiamenti climatici”, sono oggi in cima all’agenda politica dei leader mondiali. Inoltre una preoccupazione particolare sembra addensarsi sui grandi agglomerati urbani. È qui infatti che si sta concentrando la gran parte della popolazione umana ed è qui che la ricerca di modelli di sostenibilità, solidarietà sociale e resilienza urbana è diventata una delle principali e più urgenti sfide dei nostri tempi. Le infrastrutture verdi costituiscono una grande opportunità perché forniscono funzioni e servizi essenziali alla comunità come la purificazione dell’aria, la produzione di ossigeno, la cattura della CO2, la mitigazione dei fenomeni atmosferici estremi, la conservazione della biodiversità animale e vegetale. In questo senso anche un piccolo parco urbano come Aguzzano può assumere una grande importanza per il territorio e diventare un “motore di sostenibilità”. È tempo di sperimentare e di osare. Lo studio che presentiamo vuole andare in questa direzione e contribuire a costruire un modello di gestione del parco volto ad aumentare la resilienza del territorio.
Un secondo motivo, altrettanto importante, è costituito dalla necessità di sensibilizzare e coinvolgere le amministrazioni, cittadine e di prossimità. Un parco urbano non può essere visto come un complemento d’arredo del quartiere. Soprattutto se, come per Aguzzano, una specifica normativa – il Piano Attuativo – ne regolamenta le funzioni e l’utilizzazione degli spazi e un ente regionale – Ente Regionale RomaNatura – vigila sulla sua attuazione. Gli interventi estemporanei, talvolta inutili e dannosi, privi di un qualsivoglia programma di gestione e spesso in contrasto con la stessa normativa, sono una pagina grigia da relegare al passato. Roma Capitale, proprietaria del territorio entro cui ricade il parco di Aguzzano nonché degli immobili presenti al suo interno è, insieme all’ente di gestione, un soggetto fondamentale per costruire una visione del parco all’altezza delle sfide epocali che ci attendono.
Il terzo motivo è il territorio. È innegabile che il parco sia considerato dalla maggior parte dei suoi frequentatori una porzione del territorio priva di regole particolari, priva di valori speciali e di criteri di tutela da conoscere e rispettare. Un approccio consumistico di tipo “usa e getta” al quale purtroppo veniamo abituati fin da piccoli. Quasi nessuno sa ad esempio che il parco ha una propria zonizzazione ossia una suddivisione in un’Area di Fruizione Pubblica particolarmente adatta alle attività sociali, ricreative e sportive e una Zona di Riserva Orientata nella quale invece dovrebbero essere i valori ecologici e paesaggistici a prevalere e tutte le altre funzioni dovrebbero subordinarsi ad essi. Questa scarsa conoscenza e in generale la scarsa considerazione ambientale che si ha del parco producono nei cittadini una percezione alquanto sfumata dell’importanza dell’area protetta e dei servizi ecosistemici che essa produce. Mostrare il parco in dettaglio, i suoi aspetti critici e le sue valenze, pensiamo sia un intento utile per migliorare la stima e la considerazione dei cittadini nei confronti del proprio territorio.
Perché una mappa, dunque? Per mettere in ordine problemi e potenzialità, restituire un’immagine aggiornata del parco e consentire di formulare le prime proposte per una effettiva gestione sostenibile.
Riusciremo con questo nostro studio a sensibilizzare l’amministrazione pubblica e i cittadini per migliorare la conoscenza e il rispetto del parco? Non lo sappiamo e comunque non sarà un’impresa facile, tuttavia è necessario tentare per avviare un processo che assumerà grande importanza nei prossimi anni: progettare e costruire insieme – amministratori, comunità scientifica e società civile – le città resilienti che dovranno ospitare la gran parte dell’umanità negli anni a venire.
La Rete per Aguzzano, dal piccolo avamposto costituito da un parco regionale di 60 ettari immerso in un tessuto urbano congestionato e complesso, prova fornire un contributo di idee e si propone come soggetto attivo e propositivo.
la Rete per Aguzzano / dicembre 2019
Indice
Premessa: perché una mappa?
1. IL PARCO REGIONALE URBANO DI AGUZZANO
1.1 Inquadramento ambientale
1.2 Inquadramento storico
1.2.1 La storia antica
1.2.2 La storia recente
1.2.3 La nascita del parco, i progetti, le realizzazioni, le mobilitazioni dei cittadini
2. LA MAPPA DELLE CRITICITÀ E DELLE POTENZIALITÀ AMBIENTALI
2.1 Analisi delle criticità e delle potenzialità ambientali
2.1.1 Le aree critiche
2.1.2 Le aree di potenzialità ambientale
2.1.3 Le aree contigue
2.2 Priorità di intervento
3. PROPOSTE PER UNA GESTIONE PARTECIPATA E RESILIENTE DEL PARCO DI AGUZZANO
3.1 La partecipazione
3.2 Risorse economiche
3.3 Schede di approfondimento sulle proposte di intervento
3.3.1 Il sistema dei casali agricoli del parco di Aguzzano
3.3.1.1 L’uso improprio dei casali del parco
3.3.1.2 L’uso attuale dei casali e le destinazioni d’uso previste
3.3.1.3 Progettazione unitaria dei casali: considerazioni e proposte
3.3.2 Interventi di rimboschimento
3.3.3 Riconversione ecologica del Fosso di San Basilio
3.3.4 Aumento della permeabilità del suolo
3.3.5 Riqualificazione degli accessi al parco
4. LA PIATTAFORMA AGUZZANO 2020
Bibliografia
Appendice 1: siti di criticità
Appendice 2: siti di potenzialità ambientale
16/01/2020 Presentazione del Report