Parco di Aguzzano riforestazione/i: un po’ di chiarezza. 04 aprile 2023

Perimetro del Parco Regionale Urbano di Aguzzano

L’istituzione del parco nel 1989 è stato un processo collettivo, e tutt’ora nel parco e del parco si occupano realtà storiche a cui si sono aggiunte negli anni nuove realtà. Una continua difesa del bene comune da erosioni più o meno speculative, ma anche dall’incuria delle amministrazioni o ancora dall’uso improprio da parte di chi interpreta un’area verde come un’area inutile alla città.

Il Casale Podere Rosa si occupa del Parco di Aguzzano fin dal 1993 e da allora realizza progetti per -e con- la comunità cittadina. Non ultimo è “Da discarica a bosco urbano”, progetto che l’associazione sta realizzando con fatica e tempi più lunghi del previsto impiegati tra riunioni con le amministrazioni, lungaggini burocratiche, vari impedimenti etc.. Con questo progetto è stato possibile asportare una discarica di rifiuti inerti accumulatisi negli anni in circa un ettaro di territorio del parco, piantare un piccolo bosco con 200 alberi di diversa età e con specie adatte all’attecchimento nell’area prescelta, rendere fruibile e attrezzata un’area del parco impedita fino ad oggi alla libera fruizione.

Questo intervento è parte del “Progetto per la realizzazione di due nuove aree boscate nel Parco Regionale Urbano di Aguzzano” che la Rete per Aguzzano, di cui l’ associazione è parte attiva, ha regalato nel 2020 all’amministrazione cittadina e all’ente gestore del parco affinché si potesse pensare e realizzare in maniera organica il completamento del piano di assetto del parco con il raggiungimento della superficie boscata prevista.

In questi giorni è in via di rapida attuazione un altro progetto, totalmente estraneo ai progetti di riforestazione suesposti. Su tale progetto l’associazione Casale Podere Rosa, pur essendo convinta che creare nuove aree boscate in città sia una -ma non l’unica- azione necessaria per mitigare gli effetti in città del cambiamento climatico, non condivide gli scopi e i presupposti alla base della nuova forestazione:

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1. la disponibilità dell’area protetta da parte dell’amministrazione cittadina e che ha ricevuto il nulla osta operativo dall’ente gestore del parco non è frutto di una reale partecipazione con i cittadini e tutte le realtà che operano nel parco che da anni chiedono un tavolo permanente di consultazione, e scavalca i livelli minimi di condivisione delle scelte tra amministrazione e cittadini;
2. l’area scelta all’interno del parco è di notevole impatto per il parco stesso; parliamo di un impianto composto da più di 4mila piccoli alberi in un’area in cui le indicazioni del piano attuativo del parco riservano a ‘sistemazione a prato’ mentre le aree di alberatura a macchia sono collocate in aree diverse. Sostituire i ‘pratoni’ con un bosco vuol dire ridurre e modificare drasticamente l’ecosistema che si è formato negli anni.
3. il meccanismo economico con cui le aziende spesso sovvenzionano l’impianto di nuovi boschi in cambio di crediti di carbonio o altri crediti utili a pareggiare le proprie emissioni climalteranti, ci appare se non altro perverso: l’azienda si ripulisce oggi e molto probabilmente non modificherà le sue “abitudini” ad inquinare.

Le riforestazioni non si fanno così …così si fa solo del greenwashing!