Partita il 13 maggio 2016 la lettera arriva ieri 28 luglio 2016 … il Dip. PATRIMONIO di Roma Capitale ci ‘invita a rilasciare bonariamente il bene’ -il Casale Podere Rosa- entro 30 giorni. Prima occupanti, poi legalizzati in base alla delibera 26/1995 con un contratto di ‘concessione’ che abbiamo ‘onorato’ non solo pagando affitto, utenze, lavori ordinari e anche lavori straordinari, tributi e tasse ma soprattutto abbiamo SALVATO DALLA SPECULAZIONE un bene comune. Abbiamo offerto al quartiere 23 anni di socialità e di servizi che l’amministrazione comunale si sognava e si sogna tutt’ora di offrire in periferia (basti pensare a cosa abbiamo messo in piedi con il progetto – 2003/2015 – Centro di Cultura Ecologica – Biblioteca “Fabrizio Giovenale” oggi miseramente chiusa per l’incuria, l’inadempienza, i ritardi dell’ amministrazione pubblica). Abbiamo nel nostro piccolo anche accolto persone in emergenza lavorativa, persone uscite dal mondo del lavoro, persone in cerca di forme di integrazione di salario, arginando alcune situazioni preoccupanti. Abbiamo dato spazio alle energie dei giovani e meno giovani, alle competenze musicali, scientifiche artistiche che non si sarebbero potute esprimere altrimenti. Abbiamo lavorato con le aziende agricole del territorio per salvaguardare le piccole e a conduzione familiare produzioni locali biologiche. Abbiamo dato socialità a cento famiglie che si impegnano da diversi anni nella coltivazione di un grande orto urbano. Offriamo ogni anno oltre cento eventi culturali garantendo a tutti il diritto ad una vita culturale. 23 anni di lavoro continuo, estenuante, bello, faticoso, ricco di soddisfazioni, riconosciuto da molti, bambini, giovani, mezz’età, anziani … Il NOSTRO BILANCIO SOCIALE è chiaro e netto: SIAMO IN CREDITO CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. Non abbiamo intenzione di rilasciare bonariamente l’immobile per lasciarlo vuoto in mano al degrado, ai vandalismi, a nuove occupazioni con fini speculativi. MORATORIA affinché i beni gestiti e salvaguardati e restituiti ai cittadini possano -nella legalità oggi tanto sbandierata- di non rimanere vuoti e permettere la continuità delle esperienze sociali che hanno arricchito e riempito di contenuti le nostre periferie!