Super strada nella foresta Amazzonica fra Perù e Brasile. Disastro per gruppi indigeni mai contattati e quasi 300 mila ettari di foresta vergine
Notizie locali e globali 23/01/2018 a cura di Federica Giunta
Dopo l’indulto all’ex dittatore e carnefice Alberto Fujimori e molte altre leggi e proposte di legge nefaste , il governo peruviano di Pedro Pablo Kuczynski ha approvato lunedì 22 gennaio una legge controversa che dichiara priorità e interesse nazionale la costruzione di una autostrada nelle zone di frontiera fra Puerto Esperanza e Iñapari (277 chilometri) lungo il confine con il Brasile, nelle regioni di Ucayali e Madre de Dios. La nuova legge 30723 ha generato seri interrogativi perché la costruzione di strade in questa zona del paese metterebbe a rischio territori abitati da diverse popolazioni indigene in isolamento volontario come i Mashco Piro, Isconahua, Amahuaca, tra gli altri che abitano la regione di Ucayali. Qualsiasi percorso in quest’area interesserebbe anche sei aree naturali protette: i parchi nazionali di Alto Purús, Cordillera Azul, Sierra del Divisor; le Riserve comunali di Purús e El Sira; e l’area di conservazione regionale di Imiria. L’interesse è ovviamente economico. Il Perù cerca di espandere i suoi mercati verso la sponda atlantica del Continente; il Brasile ha bisogno di sfruttare i legami asiatici del suo vicino. Esigenze convergenti. Una linea di collegamento e di trasporto su gomma faciliterebbe gli scambi commerciali. Passare per l’Amazzonia significa risparmiare tempo e denaro. Il resto, i danni ambientali, l’erosione di nuove fette di verde, le conseguenze climatiche dovute allo squilibrio che ne deriverà, sono fattori per i governi di tutto il mondo sempre tristemente secondari.