minirassegna: a proposito di Roma
venerdì 28 giugno
ore 18,30 ROMA di Federico Fellini (1972)
ore 20,30 SACRO GRA di Gianfranco Rosi (2013) documentario
sinossi:
ROMA
di Federico Fellini Italia 1972 100’
La Roma di Fellini, film-diario che Fellini compose nel 1972. Bellissimo omaggio di un artista provinciale, arrivato giovane nella capitale nel 1939. Bozzetti legati a ricordi e suggestioni visionarie tipicamente felliniane, dal fascismo agli anni ‘70, dalle case di tolleranza al grande raccordo anulare, dalle trattorie di piazza San Giovanni, con il tram che sfiora chi mangia all’aperto le lumache, tipiche della sera di San Giovanni, alla festa de’ Noantri a Trastevere con gli hippies seduti sui gradini, e tanto altro.
SACRO GRA
di Gianfranco Rosi Italia 2013 90’ documentario
Il primo documentario italiano, vincitore del Leone d’Oro di Venezia, Sacro GRA nasce da un’idea del paesaggista e urbanista Nicolò Bassetti, ispirato da un saggio di Renato Nicolini sul Grande Raccordo Anulare, costruito per organizzare la mobilità della città, diventandone invece una forma di paradosso. “…una mattina mi sono messo uno zaino in spalla e per venti giorni ho zigzagato tra i territori limitrofi ai suoi settanta chilometri di percorribilità, camminandone circa trecento, alla scoperta di questo mistero…Ho trovato una Roma assolutamente sconosciuta, una realtà cinetica, inscritta in una città abusiva. Un agglomerato di pezzi di città e quartieri frutto di due diversi tipi di pianificazione pubblica degli anni ’70, entrambe fallite, entrambe dirigiste e in competizione tra loro…” Per la realizzazione del documentario Bassetti si affiderà a Gianfranco Rosi (Fuocoammare, Notturno, In viaggio), che passerà tre anni in un camper per svolgere quest’indagine sul campo e riuscire a cogliere scorci di vita dimenticate, con i particolari dei suoi protagonisti, uomini ormai consumati che ruotano intorno a questo raccordo. Durante la realizzazione delle riprese il regista Gianfranco Rossi lesse un libro di Italo Calvino, Le Città Invisibili, che gli permise di cogliere un aspetto importante del lavoro che aveva in cantiere, cioè la relazione tra uomo, abitante e città, e la capacità che quest’ultima ha.