La città solidale non si mette a bando!

La città solidale non si mette al bando

LA CITTA’ SOLIDALE NON SI METTE A BANDO!
– 10 Marzo, ore 16, Piazza del Campidoglio –

Chiediamo:
– Il riconoscimento delle realtà sociali e culturali fondate sul mutualismo e solidarietà;
– La scrittura dal basso di un Regolamento sui beni comuni urbani che riconosca il i bisogni della città e valorizzi le esperienze e le comunità territoriali nella gestione dei beni considerati comuni.

#DecideRoma #DecideLaCittà

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Lotto Marzo a Roma: Sciopero globale delle donne

Lotto Marzo a Roma: Sciopero globale delle donne

SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO
ALLORA SCIOPERIAMO!

CORTEO ORE 17.00: PARTENZA DAL COLOSSEO

A Roma come in moltissime città d’Italia e del mondo, il prossimo 8 marzo sarà l’occasione per riprenderci questa giornata di lotta: una giornata in cui sperimentare e praticare forme di blocco della produzione e della riproduzione sociale, reinventando lo sciopero come vera e propria pratica femminista a partire dalle forme specifiche di violenza, discriminazione e sfruttamento che viviamo quotidianamente, 24 ore al giorno, in ogni ambito della vita, che sia pubblico o privato.

Tutti gli appuntamenti della giornata:
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• h 8 via di casal boccone 188/190
NON UNA DI MENO, NESSUNA DA SOLA!
presidio delle lavoratrici Almaviva contro i licenziamenti

• h 9 Piazza San Cosimato per raggiungere insieme il Miur (Trastevere)
SCUOLA LIBERA TUTT*
Piazza della Formazione alle differenze, contro la “buona scuola” e i suoi decreti attuativi.

• h 10 Regione Lazio – Piazza Oderico da Pordenone (Garbatella)
LIBERE DI SCEGLIERE, PRONTE A REAGIRE!
Piazza della Salute, dell’Autodeterminazione e del Lavoro

• h 10 Piazza della Bocca della Verità – presidio lavoratrici del settore educativo e scolastico USB

• h 11 Università la Sapienza – Piazzale della Minerva
IL SAPERE E’ LA NOSTRA ARMA!
Piazza dell’Università e della Ricerca libere, laiche e accessibili a tutt*

• h 11 Piazza Madonna di Loreto – presidio delle educatrici dei nidi di Roma.

• h 17 COLOSSEO
SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO, NOI SCIOPERIAMO
CORTEO

***
Constatiamo ogni giorno quanto la violenza sia fenomeno strutturale delle nostre società, strumento di controllo delle nostre vite e quanto condizioni ogni ambito della nostra esistenza: in famiglia, al lavoro, a scuola, negli ospedali, in tribunale, sui giornali, per la strada… per questo il prossimo 8 marzo sarà uno sciopero in cui riaffermare la nostra forza a partire dalla nostra sottrazione: una giornata senza di noi. Resteremo al sole delle piazze a goderci la primavera che arriva anche per noi a dispetto di chi ci uccide per “troppo amore”, di chi, quando siamo vittime di stupro, processa prima le donne e i loro comportamenti; di chi “esporta democrazia” in nostro nome e poi alza muri tra noi e la nostra libertà. Di chi scrive leggi sui nostri corpi; di chi ci lascia morire di obiezione di coscienza. Di chi ci ricatta con le dimissioni in bianco perché abbiamo figli o forse li avremo; di chi ci offre stipendi comunque più bassi degli uomini a parità di mansioni…
Dopo la grande manifestazione del 26 e l’assemblea partecipatissima del 27 novembre a Roma, e dopo l’ appuntamento nazionale, del 4 e il 5 febbraio che abbiamo animato a Bologna, ci attende un’altra sfida.
Le forme tradizionali del lavoro e della lotta si combineranno con la trasformazione del lavoro contemporaneo – precario, intermittente, frammentato – e con il lavoro domestico e di cura, invisibile e quotidiano, ancora appannaggio quasi esclusivo delle donne, ancora sottopagato e gratuito. Sarà uno sciopero dai ruoli imposti dal genere in cui mettere in crisi un modello produttivo e sociale che, contemporaneamente, discrimina e mette a profitto le differenze.

A cento anni dall’8 marzo 1917, torneremo in strada in tutto il mondo, a protestare e a scioperare contro la guerra che ogni giorno subiamo sui nostri corpi: la violenza, fisica, psicologica, culturale, economica. Se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo!

A COSA SERVE LO SCIOPERO:

Lo sciopero è in primo luogo una forma di lotta che si fonda sul blocco della produzione e sull’astensione dal lavoro con l’obiettivo di produrre un danno economico e di rendere tangibile il ruolo del lavoro nella produzione.

mutuiamo lo sciopero come pratica fondamentale per segnalare la nostra sottrazione da una società violenta nei confronti delle donne: per questo lo sciopero sarà articolato sulle 24 ore e riguarderà ogni nostra attività, produttiva e riproduttiva, ogni ambito, pubblico o privato, in cui discriminazione, sfruttamento e violenza su ognuna di noi si riaffermano. Se delle nostre vite si può disporre (fino a provocarne la morte) perché ritenute di poco valore, vi sfidiamo a vivere, produrre, organizzare le vostre vite senza di noi. Se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo.
Uno sciopero per ribaltare i rapporti di forza, per mettere al centro le nostre rivendicazioni, la necessità di trasformare relazioni, rapporti sociali e narrazioni. In casa, a scuola, sui luoghi di lavoro, nelle istituzioni. Uno sciopero che ha nel piano femminista antiviolenza la sua piattaforma e il suo programma di lotta e di trasformazione scritto dal basso.

COME SCIOPERARE L’8 MARZO

Non esiste una sola forma di sciopero da sperimentare l’8 marzo. Esistono condizioni di lavoro e di vita molto diverse. Lo sciopero coinvolgerà lavoratrici dipendenti, precarie, autonome, intermittenti, disoccupate, studentesse, casalinghe. Indipendentemente dal nostro profilo, siamo coinvolte in molteplici attività produttive e riproduttive che sfruttano le nostre capacità e ribadiscono la nostra subalternità.

Per praticare concretamente il blocco delle attività produttive e riproduttive, elenchiamo solo alcune possibilità: l’astensione dal lavoro, lo sciopero bianco, lo sciopero del consumo, l’adesione simbolica, lo sciopero digitale, il picchetto…
Lo sciopero si rivolge principalmente alle donne, ma ha più forza se innesca un supporto mutualistico con gli altri lavoratori, le reti relazionali e sociali, chi assume come prioritaria questa lotta. Vogliamo trovare soluzioni condivise e collettive come è avvenuto in Polonia in cui molti uomini, mariti, compagni, padri, fidanzati, fratelli, nonni, amici, hanno svolto un lavoro di supplenza nello svolgimento di attività normalmente svolte dalle donne.

Le assemblee cittadine di Non Una di Meno e i tavoli di lavoro tematici, territoriali e nazionali, saranno il luogo privilegiato in cui costruire e immaginare le forme dello sciopero a partire dalle vertenze, dalle specificità del territorio e dalle reti attivate, attraverso iniziative pubbliche di confronto e di approfondimento in avvicinamento all’8 marzo. Sarà comunque utile immaginare strumenti che facilitino lo scambio di idee e proposte, la costruzione di immaginario, utilizzando il blog e campagne social.
L’obiettivo è andare oltre l’evocazione e il simbolico e praticare concretamente il blocco delle attività produttive e riproduttive da parte del maggiore numero possibile di persone.

Abbiamo fatto appello ai sindacati per la convocazione di uno sciopero generale per l’8 marzo così da permettere la possibilità di adesione al più ampio numero di lavoratrici dipendenti e a chi gode del diritto di scioperare.
Se sei precaria e non ti è garantito il diritto di scioperare, puoi chiedere un permesso (per esempio per andare a donare il sangue) e astenerti dal lavorare. Per chi lavora in nero o in modo saltuario si possono organizzare iniziative di sostegno materiale e casse di mutuo soccorso.

Grande ruolo potranno avere i centri antiviolenza in quella giornata organizzando iniziative e rilanciando il piano femminista contro la violenza a partire dall’esperienza e le competenze di chi opera in questo settore.
La pratica del picchetto può essere utilizzata per un doppio scopo: bloccare gli accessi per bloccare la produzione; praticare presidi di denuncia contro persone, narrazioni e comportamenti violente, svilenti e dannose per le donne (reparti a alta densità di obiettori di coscienza, luoghi di lavoro, testate giornalistiche, …) sul modello dell’escrache argentino.

L’8 marzo quindi incrociamo le braccia interrompendo ogni attività produttiva e riproduttiva. Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo.
#NonUnaDiMeno #LottoMarzo #SiamoMarea

Non Una Di Meno – Roma

Il teatro che ha cambiato il teatro

Il teatro che ha cambiato il teatro - 16 dicembre @CPR
Il teatro che ha cambiato il teatro @CPR

IL TEATRO CHE HA CAMBIATO IL TEATRO
Quattro appuntamenti con la passione di chi ha rivoluzionato la scena nel ‘900

Un percorso di film documentari, letture, brevi scene e chiacchierate, per riprendere in mano quel filo, alla scoperta di nuove rotte creative. A cura di Anna Maria Bruni*

Al Casale Podere Rosa il venerdì alle ore 21.00
il teatro che ha cambiato il teatro

PRIMO APPUNTAMENTO:
16 dicembre 2016
1. La strada e’ dove la vita avviene. Il Living Theatre
La più radicale esperienza di sovversione teatrale del XX secolo. Attraverso i suoi spettacoli, le messe in scena nelle strade, lo stile di vita.
Una serata dedicata al lavoro del Living con un video documentario, pagine sul loro lavoro, prove di scena.
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SECONDO APPUNTAMENTO:
20 gennaio 2017
2. Per un teatro povero. Jerzy Grotowski e il Teatr Laboratorium
Dalla denuncia dello sfruttamento del corpo dell’attore alla scoperta di un linguaggio liberato dall’alienazione.

TERZO APPUNTAMENTO:
17 febbraio 2017
3. La relazione e lo scambio. Eugenio Barba e L’Odin Teatret
Un viaggio interiore che diventa la scoperta della ricchezza del “baratto” nello scambio di esperienze in tutto il mondo.
Eugenio Barba e L’Odin Teatret 17 febbraio

QUARTO APPUNTAMENTO:
17 marzo 2017
4. Un punto in movimento. Peter Brook e il CICT
“Il teatro non ha categorie, ma si occupa della vita. Sapendo che è possibile vivere soltanto se si ha un’ardente identificazione con un punto di vista”.

Un punto in movimento. Peter Brook e il CICT il 17 marzo @CPR

Contributo per il singolo incontro 5€. Per l’incontro di dicembre la tessera anno 2016 è omaggio. Incontri successivi: quota associativa anno 2017 5€, studenti 2,5€. Il ricavato andrà a sostegno delle attività del Casale e dell’attività teatrale dell’Ass. Spazio Libero

*Anna Maria Bruni è diplomata in Recitazione e Regia al CST di Roma. Ha recitato per diversi anni sperimentando il lavoro dell’attore a tutto campo, dal teatro per ragazzi al teatro povero di Jerzy Grotowski fino al lavoro del Living Theatre, sperimentato a Carrara nel 2006 e 2007 con Cathy Marchand e Gary Brakett. Nel frattempo ha portato in scena diverse regie, ha elaborato testi brevi per tornare a fare denuncia in strada, e ha avviato fin dal 1995 il laboratorio teatrale “Spazio libero”, nel quale ha messo a frutto l’esperienza di lavoro per rielaborare un percorso originale basato sul rovesciamento tra scena e testo. Per info: https://www.facebook.com/spazioliberoassociazione email: associazione.spaziolibero.xxi@gmail.com