Un’occasione per vedere o rivedere film appartenenti al patrimonio della nostra biblioteca Passepartout, una opportunità per uscire da casa per vedere insieme un film, e se c’è tempo e voglia, discuterne insieme.
…con porte e finestre aperte se giunge la calda estate…
minirassegna: Stranezze
venerdì 9 giugno
ore 18,30 ENRICO IV di Marco Bellocchio (1984)
ore 21,30 LA STRANEZZA di Roberto Andò (2022)
minirassegna: A proposito di remake di Un uomo a nudo
sabato 10 giugno
ore 18,30 UN UOMO A NUDO di Frank Perry, Sydney Pollack (1968)
ore 21,30 CONTROFIGURA di Rä Di Martino (2017)
Sinossi:
ENRICO IV
di Marco Bellocchio Italia, 1984 82’
Prima trasposizione cinematografica di Marco Bellocchio, sempre più interessato alle tematiche della follia, delle opere di Pirandello (a cui seguirà L’uomo dal fiore in bocca del 1993, e La balia del 1999). Il film diretto dal regista nel 1984 è liberamente tratto dal dramma in tre atti di Luigi Pirandello, interpretato da Marcello Mastroianni e accompagnato dal fascino delle musiche di Astor Piazzolla. Durante una parata in maschera, un giovane nobile cade da cavallo ed impazzisce credendosi Enrico IV, il personaggio che stava interpretando. Vent’anni dopo uno psichiatra tenta di fare un ultimo tentativo per rinsavire il folle, che vive in un castello in compagnia dei suoi servi, tutti pagati per assecondarlo.
LA STRANEZZA
di Roberto Andò Italia 2022 104’
“Pirandello inventa il teatro, trovandolo nella vita “ (Leonardo Sciascia). Il film, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti ma anche un ottimo successo di pubblico, è un originale omaggio al teatro del geniale drammaturgo siciliano. Un film fuori dagli schemi, che parla di come nasce un’ispirazione, e ci spiega la rivoluzione del linguaggio teatrale operata da Luigi Pirandello. Immagina che il drammaturgo sia stato ispirato, per la difficile stesura dei “Sei personaggi in cerca d’autore“, dopo aver assistito in Sicilia a uno spettacolo di dilettanti finito con una gazzarra tra gli attori e il pubblico, realizzando un impasto tra verità e recita, che getterà le fondamenta dei capolavori del futuro vincitore del Nobel per la letteratura (1934).
UN UOMO A NUDO
di Frank Perry, Sydney Pollack Stati Uniti 1968 92’
Tratto dal racconto breve “The swimmer” (1964) di John Cheever, un film singolare, fuori dagli schemi hollywoodiani, uscito due anni dopo la sua realizzazione e insuccesso all’epoca, ma divenuto in seguito un cult. Infatti già nel 1968 anticipò il tema dell’alienazione della società americana, e attraverso apparenti toni realistici, la storia si rivela un’allegoria sul fallimento del sogno americano. In un caldo pomeriggio d’estate, un uomo dell’alta società americana, in costume da bagno, di ritorno da una lunga assenza, decide di raggiungere la propria casa, in cui ha lasciato la moglie e due figlie, passando di piscina in piscina attraverso le ville disseminate fra il verde. In esse abitano tutti coloro che lo hanno conosciuto e il suo è una specie di itinerario psicologico. Protagonista un maturo Burt Lancaster postgattopardesco, che definì il film, come il suo preferito della propria carriera.
CONTROFIGURA
di Rä Di Martino Italia, Svizzera, Francia, Marocco 2017 75’
Prima di Moretti, che lo cita in Il sol dell’avvenire (2023), qualcun altro aveva progettato di fare un remake di The Swimmer. Di questo parla Controfigura (2017). Una piccola troupe cinematografica si aggira per Marrakech e i deserti che la circondano. Sono in corso i sopralluoghi per il remake di “Un uomo a nudo” film cult americano in cui un uomo torna a casa a nuoto, attraversando le case che trova sul suo percorso, piscina dopo piscina. Corrado è la controfigura che viene usata per testare le inquadrature, location e piscine dove si muoverà l’attore principale. Mentre assistiamo ai suoi tentativi di entrare nella parte, irrompono sulla scena i veri attori, e una vera troupe si muove nel dietro le quinte, in un set in cui sembra che nessuno sappia esattamente cosa fare. Il film surreale oltre a riflettere sul cinema, racconta un territorio, quello di Marrakech, città marocchina che ha completamente perso la sua identità, riflettendo sulla disintegrazione del concetto di città e sull’americanizzazione del territorio.