Tra il Mito e la Storia, Medea. Giornata di workshop sabato 27 maggio

Tra il Mito e la Storia, Medea. Giornata di workshop sabato 27 maggio @CPR

“…sempre immaginifica ignoravo universo – chiama, lento, conquistare…”
Tra il Mito e la Storia, Medea. Giornata di workshop

PER PROBLEMI TECNICI IL WORKSHOP
PREVISTO IL 13 E’ RINVIATO AL 27 MAGGIO

sabato 27 maggio
ore 10.30-17.30
con pausa pranzo bio

Dagli elementi delle serate su
“Il teatro che ha cambiato il teatro”
a cura di Anna Maria Bruni

Medea è con i suoi amici, persone che la amano e sanno quale rovesciamento della realtà stia per ucciderla. Una giornata di lavoro costruita come la prova di uno spettacolo. Il proseguimento del percorso sul Teatro che ha cambiato il Teatro, insieme a tutti quelli che si stanno mettendo in gioco.

costo partecipazione al workshop: 40€

per info e prenotazioni: associazione.spaziolibero.xxi@gmail.com

EventoFB

Notizie locali e globali 06 – Orti urbani e fitorimediazione

06 NOTIZIE LOCALI E GLOBALI del 15/05/2017
a cura di Federica Giunta (progetto “Torno subito” al Casale Podere Rosa)

Orti urbani e fitorimediazione. Anche il suolo, come l’aria e l’acqua, mostra oggi segni sempre più preoccupanti di inquinamento. In particolare nel suolo si vanno accumulando progressivamente metalli pesanti (piombo, cadmio, zinco…) e i processi di decontaminazione di tipo meccanico e chimico-fisico sono costosi e tendono a rimuovere l’attività biologica del suolo, modificandone le caratteristiche intrinseche. Una strada alternativa ecocompatibile per la bonifica del suolo inquinato da metalli è costituita dall’utilizzo di piante metallofite e/o agronomiche (fitorimediazione) che operano come pompe e assorbono dal terreno notevoli quantità di metallo trasferendolo nella loro parte aerea; questa parte della pianta viene poi successivamente smaltita in vari modi. Un esempio di piante fitodepurative che si adattano bene al clima e suolo italiano sono: Brassica juncea (senape indiana), Heliantus annuus (girasole), Zea mais (mais), Amaranthus retroflexus (amaranto), Chrysopogon zizanioides (vetiver).
Proprio per queste problematiche ambientali dovute all’inquinamento atmosferico abbiamo deciso di adottare misure fitoriparatorie ad una parte del terreno de Casale Podere Rosa, che si trova all’interno di una metropoli che sempre più di frequente si trova in emergenza smog.
Stiamo preparando, per il mese di giugno, alcuni incontri didattici per bambini in questo nuovo orticello che coltiveremo insieme ai partecipanti con varie tecniche e piante, tra le quali quelle adatte alla fitorimediazione.
Nel frattempo abbiamo iniziato alcuni lavori preparatori per il progetto orticello didattico:

Lavori preparatori orticello didattico @CPR

Notizie locali e globali 05 – Why We Are on Hunger Strike in Israel’s Prisons

05 NOTIZIE LOCALI E GLOBALI del 15/05/2017
a cura di Federica Giunta (progetto “Torno subito” al Casale Podere Rosa)

Why We Are on Hunger Strike in Israel’s Prisons. Questo ultimo mese sono state pubblicate molte notizie sul caso Palestino-Israeliano. I media internazionali da alcuni anni, oltre ad essere sempre più schierati a favore di Israele e quindi propensi ad oscurare questa subdola colonizzazione, lo ritengono un fatto che non fa più molta notizia e quindi sorprende questa nuova ondata di informazione e solidarietà da parte della società civile. Questa è dovuta da un articolo del New York Times (del 16 Aprile) firmato Marwan Barghouti, leader di al-Fatah, in carcere da 15 anni dove, sotto forma di lettera aperta, spiega perché quasi 1800 detenuti Palestinesi che si trovano nelle carceri israeliane stiano portando avanti un estenuante sciopero della fame. Il motivo principale è perché questo sembra essere l’unico strumento di resistenza pacifica a loro disposizione. Le richieste dei detenuti riguardano le condizioni di detenzione: abolizione della detenzione senza processo, abolizione dell’isolamento, più visite dei familiari, un telefono a pagamento in ogni sezione. In passato ci sono stati molti altri scioperi simili, ma mai tanti prigionieri vi avevano aderito. Non si tratta però della mera richiesta di applicare diritti carcerari, se non una vera denuncia di infrazione dei diritti umani e dell’esigenza di restaurare una legislazione meno discriminatoria ed ingiusta, dal momento in cui l’incarcerazione di Palestinesi è una politica ben pianificata di Israele. Allo stesso tempo, la tensione è già talmente alta in Medio Oriente che una nuova sollevazione palestinese dovrebbe farci solidarizzare tutti e dovrebbe far riflettere il governo di Israele sulla necessità di lavorare a qualcosa che non sia il trascinarsi dello status quo a cui si aggiunge la provocazione dei nuovi insediamenti. Oltre alla solidarietà ci dovrebbe essere anche una buona dose di Indignazione da parte della società civile, consigliando la imprescindibile lettura di Indignez-vous, del francese Stéphane Hessel.

Links:
Traduzione articolo del New York Time in italiano
In sciopero della fame 1800 detenuti palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane. Su di loro silenzio e oblio
Perché i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane fanno lo sciopero della fame

Why We Are on Hunger Strike in Israel’s Prisons