Cineforum in saletta venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno 2024

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minirassegna: C’è chi dice NO

venerdì 31 maggio
ore 18,00 L’ARPA BIRMANA di Kon Ichikawa (1956)

Sabato 01 giugno
ore 18,00 UNA LUNGA DOMENICA DI PASSIONI di Jean- Pierre Jeunet (2004)

sinossi:

L’ARPA BIRMANA
di Kon Ichikawa Giappone 1956 120’ bianco e nero versione originale con sottotitoli in italiano
L’arpa birmana è uno dei più importanti film pacifisti degli anni Cinquanta. A partire dal romanzo omonimo di Michio Takeyama (molto noto in Giappone), nel 1956 Ichikawa realizza il suo capolavoro a dieci anni dalla fine della seconda guerra mondiale, pur senza mai citare le atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Un’opera senza tempo, che condanna ogni guerra, un capolavoro riconosciuto della storia del cinema, in cui il pacifismo assume connotati lirici e spirituali, mettendo in confronto la guerra e la spiritualità, la violenza e la misericordia, il rumore degli spari e la soave musica dell’arpa. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in Birmania, contesa tra Inghilterra e Giappone, un soldato giapponese, suonatore d’arpa birmana, dopo aver assistito alla carneficina del proprio reparto, che aveva preferito essere sterminato pur di non arrendersi al nemico, decide di lasciare l’esercito, diventare monaco buddhista, e dedicarsi al seppellimento dei cadaveri dei soldati giapponesi sparsi su tutta la Birmania. I suoi compagni dell’esercito lo vorrebbero di nuovo con sé, ma lui ha scelto un altro percorso di vita.
[fonte: https://www.mymovies.it/film/1956/larpa-birmana/]

UNA LUNGA DOMENICA DI PASSIONI
di Jean- Pierre Jeunet Francia 2004 133′
Il regista e la protagonista di Il favoloso mondo di Amelie tornano a lavorare insieme in un film tratto dall’omonimo romanzo (1992) dello scrittore francese , di origini italiane, Sebastien Japrisot, che racconta una storia di guerra, la Grande Guerra, ma con la struttura narrativa di un romanzo giallo. Ma Jeunet, pur non abbandonando il suo personale stile onirico, realizza un film “scomodo” in patria, affrontando l’ argomento tabù in Francia, dei soldati condannati a morte per autolesionismo o diserzione e fucilati dal loro stesso esercito dopo processi sommari. Il regista, sensibile all’argomento, nel descrivere la “favolosa” storia d’amore dei due protagonisti, fa anche una straordinaria ricostruzione dell’inferno delle trincee del ‘14-’18. Il film racconta l’amore tra Mathilde, ragazza bretone poliomielitica e orfana, e Manech, guardiano del faro sognatore e ingenuo. Una coppia perfetta, stralunata e innamorata, che lo scoppio della Grande Guerra divide. Ma Manech, ragazzo giovanissimo, non sopporta lo strazio dei macelli delle trincee e decide di farsi sparare in una mano per poter tornare a casa, ma scoperto, viene processato per autolesionismo. Condannato a morte, viene abbandonato, mutilato, al suo destino, insieme ad altri quattro soldati, nella “terra di nessuno” tra le due linee nemiche e quindi dato per morto. Ma Mathilde “sente” che, invece, è sopravvissuto e, dopo la guerra, comincia una lunga ricerca per ritrovare l’amore perduto.
[fonte: https://www.mymovies.it/film/2004/una-lunga-domenica-di-passioni/]