Questa settimana si conclude la rassegna Le città, quello che si vede e quello che non si vede, le città scomparse e quelle fantastiche. Un viaggio nelle città, vere o immaginate, attraverso lo sguardo di diversi registi, in epoche e luoghi differenti che si sovrappongono in un grande affresco sulla città, in cui è difficile distinguere dove inizia una e finisce l’altra, un po’ come avviene ormai anche fisicamente con le megalopoli che invadono tutto il territorio e si fondono una con l’altra.
venerdì 23 febbraio
ore 18,00 DOGVILLE di Lars Von Triers (2003)
ore 21,00 ALICE NELLE CITTA’ di Wim Wenders (1973)
sabato 24 febbraio
ore 18,00 CAFARNAO CAOS E MIRACOLI di Nadine Labaki (2018)
ore 21,00 WELCOME VENICE di Andrea Segre (2021)
sinossi:
DOGVILLE
di Lars Von Triers Danimarca, Svezia, Francia 2003 173’
Con Dogville, Lars von Trier, nel 2003 ha rinunciato del tutto alle teorie del suo Dogma 95 che prevedevano ambienti autentici, luci naturali e interpreti non professionisti. Ha immaginato, invece, una città solo indicata da segni sul pavimento, sulla quale si svolge lo snodo narrativo. Secondo l’autore si tratta di ‘cinema fusionale’ che condensa teatro, letteratura, film. Stati Uniti, inizio anni Trenta del secolo scorso, una giovane ed affascinante donna in fuga arriva in un piccolo centro di provincia. Di lì a poco la sua presenza sconvolgerà la tranquilla esistenza della comunità locale. Un’atroce, magnifica parabola sui rapporti sociali, ma anche sul destino degli immigrati del Terzo Mondo in Europa: prima accolti con un certo altruismo, poi sfruttati, e maltrattati sul lavoro.
ALICE NELLE CITTA’
di Wim Wenders Germania 1973 108’
Alice nelle città, un classico nel cinema di Wenders, è il primo capitolo della trilogia della strada del regista tedesco, a cui seguono Falso movimento (1974) e Nel corso del tempo (1975). Viaggio inteso come movimento nello spazio, nel tempo, nell’animo, cambiamento, ricerca d’identità. Il giornalista tedesco Phillip Winter vuole scrivere una storia sull’America, ma non riesce a fare altro che una serie di polaroid. Deluso, decide di rientrare in patria. E si trova a dover accompagnare in viaggio la piccola Alice, poiché la madre è dovuta rimanere a New York per affari. Arrivati in Europa Winter e Alice partono alla ricerca della nonna della bimba nella regione della Ruhr. La loro iniziale antipatia si trasforma gradualmente in affetto.
CAFARNAO CAOS E MIRACOLI
di Nadine Labaki, Libano, Stati Uniti 2018 120’
Vincitore del Premio per la Regia al Festival di Cannes 2018, Cafarnao è un grande film sull’infanzia e sull’importanza di viverla. Ambientato nei quartieri più poveri di Beirut Nadine Labaki, abbandona totalmente il tono di commedia, dei precedenti film, per immergerci in una dimensione di dramma che ha al centro un minore e una società che, non sempre per colpa ma comunque, non ha alcuna cura nei confronti di chi invece ne avrebbe maggiormente bisogno. Il termine cafarnao definisce un luogo pieno di confusione e disordine, e deriva dal nome di un antico villaggio della Galilea sul Lago di Tiberiade, la cui sinagoga è ricordata dai vangeli come centro della predicazione di Cristo. Un termine perfetto per sintetizzare i tanti temi che la regista voleva trattare nel suo film.
WELCOME VENICE
di Andrea Segre Italia 2021 99’
Andrea Segre torna ad occuparsi di Venezia, ma non di quella da “cartolina”, ma di quella parte, più grande, ma chiusa, che sta tutto attorno, attorno alla città dei dogi e dei commerci con l’Oriente. La grande palude grigia, un mondo orizzontale, la laguna, che sembra uguale a se stessa da millenni. Segre torna a ragionare, usando la chiave del conflitto fraterno, sulla trasformazione della città svuotata, dello smarrimento dei pochi abitanti rimasti, dell’affermarsi di una mentalità sempre più predatoria e di un turismo invasivo. La casa di famiglia in una zona tradizionale e splendida della Giudecca diventa la causa di un conflitto insanabile tra due fratelli: Pietro, pescatore di “moeche” attaccato alle radici, e Alvise che vuole venderla per poi trasformarla in b&b., per fare tanti “sghei”.