“Immaginate qualcuno che arriva e vi butta fuori di casa e la occupa e si prende la vostra terra. Non lo dimenticherete mai, non sarete mai in grado di dimenticarlo.(…) la nostra terra sono i nostri villaggi d’origine. Questa è la Palestina.”
venerdì 20 settembre
ore 16,00 PALESTINA PER PRINCIPIANTI di Francesco Merini (2012) 60′
ore 18,00 200 METRI di Ameen Nayfeh (2020) 86′
ore 21,00 IL TEMPO CHE CI RIMANE di Elia Suleiman (2009) 109′
sabato 21 settembre
ore 16,00 GIRAFFADA di Rani Massalha (2014) 81′
ore 18,00 IL GIARDINO DEI LIMONI di Eran Riklis (2008) 106′
ore 21,00 I BAMBINI DI GAZA: SULLE ONDE DELLA LIBERTA’ di Loris Lai (2024) 108′
sinossi
PALESTINA PER PRINCIPIANTI
di Francesco Merini Italia 2012 60′
Docufilm sull’esperienza in Palestina di un gruppo di giovani musicisti bolognesi, che impareranno la difficoltà del vivere del popolo palestinese Zimmy ama suonare il basso con i compagni della band dei Lou De Bello’s e starsene nella sua amata Bologna quando gli amici del gruppo gli organizzano suo malgrado un viaggio per andare a insegnare musica a dei bambini di un campo profughi palestinese. Partito insieme all’amico cuoco Berna, Zimmy si affeziona sin da subito ai componenti della famiglia degli Azzah, non capacitandosi del fatto che questi non possano rientrare nel loro villaggio d’origine dal 1948. Così, mentre Berna si aggira per i mercati palestinesi alla ricerca di nuovi sapori, Zimmy decide di recarsi di persona nel villaggio natale degli Azzah.
200 METRI
di Ameen Nayfeh Palestina, Giordania, Qatar, Italia, Svezia, 2020 86’
Film dichiaratamente politico, realizzato nel 2020, primo lungometraggio del regista palestinese Ameen Nayfeh. Per la geometria il modo più veloce per unire due punti è tracciare una retta. La vita e la Storia, però, hanno spesso altre regole, e le rette possono spezzarsi di fronte a un muro o diventare linee tortuose che uniscono i punti in maniera imprevedibile. 200 metri e il muro costruito da Israele dividono la casa di Mustafa, palestinese della Cisgiordania, da quella della moglie Salwa e dei loro bambini. Il film racconta la situazione assurda di un palestinese rimasto intrappolato da un lato del controverso muro di separazione fra Israele e Palestina, mentre la sua famiglia è confinata dall’altro. La evidente metafora vuole illustrare il paradosso di due nazioni che condividono lo stesso territorio, divise però da rapporti di forza sbilanciati. I palestinesi, popolo sconfitto, diseredato, disunito, sono costretti a vivere fuori dalla realtà, o meglio ancora in una realtà surreale, in cui la geometria è superata dalle leggi degli uomini.
I BAMBINI DI GAZA: SULLE ONDE DELLA LIBERTA’
di Loris Lai Italia, Belgio, Stati Uniti 2024 108′
Film del 2024 tratto dal libro Sulle onde della libertà di Nicoletta Bortolotti, che ormai, alla luce della tragica realtà, assume i toni della favola. Questa storia è ambientata nel 2003 durante la seconda Intifada. Un periodo fortemente turbolento nella cronache israelo-palestinesi. Eppure questa infanzia traumatica ma con accenti di speranza ormai rischia di apparire fin troppo edulcorata rispetto a quanto accade nella striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Striscia di Gaza, 2003. Durante la seconda Intifada, nel territorio di Gaza sono ancora presenti insediamenti israeliani. In questa realtà vive Mahmud, di 11 anni, che come tanti altri bambini palestinesi va a scuola, aiuta la madre, che per lui spera in una vita diversa, gioca a ‘Israeliani contro Palestinesi’ con gli amici, e coltiva una grande passione per il surf. Tra bombardamenti quotidiani, abituato a vivere nella paura, circondato dalla morte, il surf rappresenta uno spazio di gioia e libertà. Ma l’amore di Mahmud per il surf è condiviso da un suo coetaneo israeliano, Alon, e quando si incontrano in spiaggia tra i due nasce una curiosità reciproca nonostante il contesto. La svolta nelle loro vite arriva quando incontrano Dan (30 anni), un ex campione di surf la cui carriera è stata stroncata da un infortunio. L’incontro con Mahmud e Alon darà una svolta alla sua vita quando deciderà di dare ai due ragazzi lezioni di surf affinché possano inseguire i loro sogni. Mahmud e Alon diventano quindi i volti di due fazioni diverse costrette da una passione in comune a conoscersi, a provare a superare le diffidenze e le ostilità in nome di un obiettivo condiviso: quello di imparare a cavalcare le onde, a controllare ciò che non si potrebbe controllare.
GIRAFFADA
di Rani Massalha Palestina, Germania, Francia, Italia 2014 81′
Liberamente ispirato ad eventi realmente accaduti nel 2002 in Palestina. Ziad è un bambino di 10 anni, molto legato alle due giraffe dello zoo di Qalqilya. Durante un attacco aereo israeliano, la giraffa maschio viene uccisa. La sua compagna è così sconvolta che smette di mangiare e la sua sopravvivenza è a rischio. C’è solo un posto in cui Yacine, padre di Ziad e veterinario locale, può trovare un altro maschio giraffa – il Ramat Gan Safari Park in Israele. Giraffada racconta una situazione di cattività, quella degli animali dello zoo, come specchio della situazione in cui vivono i palestinesi dei territori occupati. Il muro che li separa dai coloni israeliani è coperto di scritte che sono grida di aiuto (in inglese e francese: dunque dirette alla comunità internazionale) e di murales che raffigurano le violenze continue nella zona. I coprifuochi, i controlli, i bombardamenti rendono la quotidianità quasi invivibile e fortemente surreale. Un film sul diritto di vivere senza essere considerati “un accidente della natura” e senza rassegnarsi all’idea di “non contare niente per il mondo”, costretti ad uno stato perpetuo di emergenza.
IL GIARDINO DEI LIMONI
di Eran Riklis Israele, Germania, Francia 2008 106′
Film del 2008 di Eran Riklis (La sposa siriana, Leggere Lolita a Teheran, etc.) che racconta il conflitto tra Israele e Palestina visto con gli occhi di una donna coraggiosa che non rinuncia alla sua terra. La storia di Salma Zidane, una giovane vedova palestinese proprietaria di un limoneto. La sua tranquillità viene turbata dalla decisione di Israel Navon, il ministro della Difesa israeliano, di costruire la sua casa proprio accanto al suo giardino. La carica istituzionale dell’uomo impone una serie di misure di sicurezza da attuare nella nuova abitazione e intorno a essa. È allora che viene emesso l’ordine di abbattere gli alberi di limoni di Salma, in cambio di una somma di denaro per risarcirla.
IL TEMPO CHE CI RIMANE
di Elia Suleiman Gran Bretagna, Italia, Belgio, Francia 2009 109′
Film del 2009. Superare il Muro eretto dagli israeliani con un’asta da competizione per il salto in alto, è una delle immagini surreali fortemente evocative del film. Dal regista di Intervento divino, un altro film in cui il regista palestinese usa l’ironia, il nonsense, il surreale, con chiari riferimenti a Tati e a Buster Keaton. Il film vede protagonista proprio il regista di origini palestinesi, appena arrivato in Israele. Durante il tragitto in taxi comincia a piovere così forte che l’uomo alla guida, disorientato, è costretto ad accostare. Nell’attesa che il tempo si rimetta, Suleiman comincia a ricordare qualche aneddoto della sua famiglia con alcune considerazioni sul difficile rapporto tra Israeliani e Palestinesi, partendo proprio dallo scoppio del conflitto arabo-israeliano del 1948 fino ai giorni nostri. Un indimenticabile ritratto della vita quotidiana degli arabi palestinesi a partire proprio dal 1948, anno della proclamazione dello Stato di Israele, sino ai giorni nostri. Un popolo che, pur dovendo destreggiarsi tra scontri a fuoco e carri armati, in un modo o nell’altro continua a resistere.