MINI RASSEGNA: ALTRE FACCE DELLA REALTA’
Parigi è la Tour Eiffel, il Museo del Louvre, deliziosi caffè e una ricca vita culturale e artistica o anche altro? Quante Spagna, Cina esistono? Attraverso tre grandi registi proponiamo un viaggio alla scoperta della face cachée di alcuni luoghi e società. Non è l’unico punto di vista, sicuramente ce ne sono altri, ma è importante conoscere anche questi, forse meno noti.
Giovedì 12 maggio:
h.18 Buñuel. labirinto delle tartarughe di Salvador Simò (2018) animazione
h.19,30 Las hurders/Tierra sin pan di Luis Buñuel (1932) documentario b/n
Venerdì 13 maggio:
h.21 Sotto le stelle di Parigi di Claus Drexel (2020)
Sabato 14 maggio:
h.18 Lettere di uno sconosciuto di Zhang Yimou (2014)
h.21 One second di Zhang Yimou (2021)
Sinossi:
Giovedì 12 ore 18,00
BUNUEL. NEL LABIRINTO DELLE TARTARUGHE
di Salvador Simò, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Paesi Bassi 2018 78’ animazione
Premiato come miglior film d’animazione EFA2019 e Goya 2020, il film, basato sull’omonima graphic novel di Fermìn Solìs, racconta una delle fasi più difficili della vita di Luis Buñuel, il geniale regista spagnolo considerato come l’esponente di punta di una visione anarchica e surrealista dell’arte e della vita. In particolare viene spiegata la complicata realizzazione del suo terzo film Terra senza pane, un documentario su “Las Hurdes”, una comarca in una delle zone più povere del paese nell’Estremadura. Accantonato lo stile surrealista che tanti problemi gli aveva causato, (addirittura qualcuno avev, perfino chiesto al Papa di scomunicarlo), Buñuel realizza un opera di forte denuncia sociale nella Spagna degli anni ‘30, sulle condizioni disumane degli abitanti di “il luogo più triste e dimenticato del mondo”, in povertà assoluta, devastati dalla fame, dalla sporcizia, dalle malattie, isolati dal mondo, in case basse scavate nella pietra con i tetti che sembrano gusci di tartarughe (da cui il titolo del film). Alla fine della visione, si sente il bisogno di rivedere anche le originali immagini-shock di Las Hurdes, ottenute talvolta, senza scrupoli, come rivelato nel cartone.
Giovedì 12 ore 19,30
LAS HURDERS/TIERRA SIN PAN
di Luis Buñuel, Spagna 1932 28’ documentario b/n
E’ l’unico documentario di Luis Buñuel, il più grande regista spagnolo del Novecento, maestro del cinema surrealista. Sin dal primo fotogramma, il documentario si presenta come un « saggio cinematografico di geografia umana» (oggi diremmo di ethnofiction). Un ritratto inedito ed impietoso della zona montagnosa delle Hurdes, nel villaggio di Alberca, un centinaio di km a sud-ovest di Salamanca, che nei primi decenni del XX secolo, era una delle regioni spagnole più indigenti e arretrate. La popolazione era costretta a vivere in una povertà dilagante che troppo spesso strideva con il benessere dell’unica chiesa presente sul territorio. Con mezzi non sempre “politicamente corretti” Buñuel realizza un’opera scottante ed efficace, capace di far rabbrividire lo spettatore di fronte allo straziante spettacolo della povertà descritta. Un forte atto di denuncia nei confronti di coloro che mantenevano il proprio stato di ricchezza (la chiesa) di fronte a situazioni limite, come quella rappresentata. Las Hurdes è un passaggio chiave nella filmografia di Buñuel, un esempio unico di documentario che eredita alcuni tratti dallo sperimentalismo surrealista e che per il regista segna uno stop forzato, di quattordici anni, causato dall’avvento della dittatura franchista.
Venerdì 13 ore 21,00
SOTTO LE STELLE DI PARIGI
di Claus Drexel Francia 2020 90’
Claus Drexel, regista bavarese che ha studiato cinema a Parigi dove lavora quasi sempre, porta alla luce la situazione di chi vive nel sottobosco della città, creando quello che la stampa francese ha definito “un racconto urbano profondamente umano e poetico” la cui originalità sta proprio nella “alternanza di registro tra racconto e realismo”. Drexel ha peraltro già trattato lo stesso argomento nel suo documentario Au bord du monde del 2013, che raccontava la vita di quattro homeless della Ville Lumière. Nel documentario compariva brevemente anche la donna senzatetto a cui è dedicato Sotto le stelle di Parigi e a cui è ispirata la sua protagonista senza nome, magistralmente interpretata da Catherine Frot (La cuoca del presidente). Christine vive da molti anni per le strade di Parigi, isolata dalla famiglia e dagli amici. In una fredda notte d’inverno, un bambino di otto anni si presenta davanti al suo rifugio. Si chiama Suli, non parla la sua lingua, ed è stato separato dalla madre. Uniti dalla loro condizione marginale, i due intraprendono un viaggio emotivo e pieno di tenerezza per ritrovare la madre di Suli. Sotto le stelle di Parigi, i due impareranno a conoscersi e Christine riscoprirà il calore di un’umanità che credeva perduta.
Sabato 14 ore 18,00
LETTERE DI UNO SCONOSCIUTO
di Zhang Yimou Cina 2014 111’
Zhang Yimou torna al melodramma e ci torna con Gong Li ( Lanterne rosse 1991). Tratto dal romanzo The criminal Lu Yanshi della scrittrice Yan Geling, il film taffronta la questione della memoria, con una storia dolorosa che comincia durante la Rivoluzione Culturale e arriva ai giorni nostri. Lu e Feng sono una coppia unita, costretta a separarsi quando lui viene arrestato e mandato in un campo di lavoro come prigioniero politico. Rilasciato nel corso degli ultimi giorni della Rivoluzione Culturale, Lu riesce a tornare a casa ma scopre che la moglie è affetta da amnesia. Incapace di riconoscerlo, Feng continua ad attendere il ritorno del marito. Estraneo in famiglia, Lu è però deciso a far rivivere il loro passato e a risvegliare i ricordi della moglie.
Sabato 14 ore 21,00
ONE SECOND
di Zhang Yimou Cina 2021 105’
Dopo I fiori della guerra (2011) e Lettere di uno sconosciuto (2014) Zhang Yimou, ancora una volta realizza la trasposizione di un romanzo della scrittrice Yan Geling. Ambientato nella provincia del Gansu della Cina nordoccidentale durante la Rivoluzione Culturale (1966-76), racconta la avvincente storia dell’incontro-scontro e del forte legame che alla fine nascerà tra una ragazzina, l’orfana vagabonda Liu, e Zhang Jiusheng, un prigioniero evaso da un campo di lavoro. Entrambi hanno validi motivi per accaparrasi senza esclusione di colpi, le bobine del film di propaganda del 1964 con cinegiornale, in programma nel paese più vicino. Il cinema è il vero protagonista di One Second, è la linfa che dà vitalità alla storia, in grado di trasformare un secondo, la frazione di tempo più breve, in un’emozione infinita. E poco importa se i due protagonisti, Jiusheng e Liu, hanno fame di cinema soltanto per raggiungere i loro scopi.