Un’occasione per vedere o rivedere film appartenenti al patrimonio della nostra biblioteca Passepartout, una opportunità per uscire da casa per vedere insieme un film, e se c’è tempo e voglia, discuterne insieme.
Venerdì 28 ottobre
Minirassegna: A proposito di fotografia
ore 18,30 ALLA RICERCA DI VIVIAN MAIER di John Maloof, Charlie Siskel (2013) documentario
ore 21,30 LETIZIA BATTAGLIA – SHOOTING THE MAFIA di Kim Longinotto (2019) documentario
Sabato 29 ottobre
Minirassegna: Le periferie della metropoli, da agro romano a territorio di espansione e speculazione, nonché teatro di battaglia per la salvaguardia dei diritti sociali e ambientali.
ore 16,30 IL PRIMO RE di Matteo Rovere (2019) con una accurata ricostruzione del paesaggio della campagna romana al tempo dei mitologici Romolo e Remo…
ore 18,30 SACRO GRA di Gianfranco Rosi (2013) con uno spaccato socio-ambientale di vita cresciuta intorno al grande raccordo anulare ex agro romano.
ore 20,30 IL BUCO di Claudia Candusso (2021) tratto da una storia vera. Anni ‘60 un gruppo di giovani speleologi scova tesori sotterranei nel sud italia, mentre nel loro nord crescevano i primi grattacieli.
Sinossi
ALLA RICERCA DI VIVIAN MAIER
di John Maloof, Charlie Siskel USA 2013 84′ documentario
La tata con la Rolleiflex al collo. Il documentario tratta della storia di una donna incredibile. Da una scatola di negativi acquistati per quattrocento dollari in un’asta, nel 2007, a sorpresa nelle mani di un giovane storiografo della città di Chicago, John Maloof, è sbocciata la fantastica storia di Vivian Maier, una tata del ricco sobborgo di Highland Park, una magnifica fotografa di strada ma… lo sapeva solo lei. Il documentario cerca di svelare la vita e l’arte di Vivian Maier (1 febbraio 1926/21 aprile 2009), considerata oggi come una delle più grandi “fotografe di strada” d’America, attraverso foto, filmati e interviste inedite alle, persone che la conoscevano. O pensavano di conoscerla.
LETIZIA BATTAGLIA – SHOOTING THE MAFIA
di Kim Longinotto Irlanda 2019 94’ documentario
Un documentario dedicato alla fotografa Letizia Battaglia, recentemente scomparsa, e alla sua personale lotta contro la Mafia. L’artista, figura fondamentale della Palermo e dell’Italia degli anni 70 e 90, alla regista irlandese Kim Longinotto, autrice molto attiva sulla questione mediorientale. Il film documentario è un ritratto personale e intimo: una vita vissuta senza schemi: dalle istantanee di strada, alle foto che documentano i morti di mafia e il suo impegno in politica.
IL PRIMO RE
di Matteo Rovere Italia, Belgio 2019 127’
Una storia mitica nel senso originario della parola, infatti il film tratta della fondazione della città di Roma nel 753 a.C. e del legame fortissimo tra i due fratelli Romolo e Remo, ma lo stile è lontano dal peplum., Epico, brutale, crudo, rappresenta il conflitto tra civiltà e superstizione, tra volere degli dei e volere dell’individuo, tra natura e uomo. Recitato interamente in protolatino, il film si è avvalso di archeologi e studiosi nel processo di ricostruzione dell’ambiente precedente alla fondazione di Roma. “…Il Primo Re” (pur trattando temi legati al mito delle origini di Roma), ricostruisce con fedeltà l’ambiente naturale e gli oggetti materiali che caratterizzavano il territorio e la società del Lazio nell’VIII secolo a.C. Il paesaggio è dominato dalla costante presenza del Tevere, circondato da fitti boschi e paludi mefitiche. La città di Roma, infatti, sarebbe sorta in prossimità del fiume dalla progressiva riunione di più villaggi sparsi sulle alture limitrofe, assicurandosi il controllo sui guadi e sulle vie di comunicazione, che consentivano gli scambi commerciali tra i diversi popoli dell’Italia centrale… Fedeli alle ricostruzioni archeologiche sono anche le diverse capanne, fulcro dell’attività umana nel villaggio, costruite con materiali deperibili: pali di legno per la struttura portante, canne palustri per il tetto, o rivestite d’argilla quando usate per le pareti…” (Professoressa Donatella Gentili: docente di Etruscologia e antichità dei popoli italici presso l’Università di Roma “Tor Vergata”)
SACRO GRA
di Gianfranco Rosi Italia Francia 2013 95′ documentario
Il primo documentario italiano, vincitore del Leone d’Oro di Venezia, Sacro GRA nasce da un’idea del paesaggista e urbanista Nicolò Bassetti, ispirato da un saggio di Renato Nicolini sul Grande Raccordo Anulare, costruito per organizzare la mobilità della città, diventandone invece una forma di paradosso. “…una mattina mi sono messo uno zaino in spalla e per venti giorni ho zigzagato tra i territori limitrofi ai suoi settanta chilometri di percorribilità, camminandone circa trecento, alla scoperta di questo mistero…Ho trovato una Roma assolutamente sconosciuta, una realtà cinetica, inscritta in una città abusiva. Un agglomerato di pezzi di città e quartieri frutto di due diversi tipi di pianificazione pubblica degli anni ’70, entrambe fallite, entrambe dirigiste e in competizione tra loro…” Per la realizzazione del documentario Bassetti si affiderà a Gianfranco Rosi (Fuocoammare, Notturno, In viaggio), che passerà tre anni in un camper per svolgere quest’indagine sul campo e riuscire a cogliere scorci di vita dimenticate, con i particolari dei suoi protagonisti, uomini ormai consumati che ruotano intorno a questo raccordo. Durante la realizzazione delle riprese il regista Gianfranco Rossi lesse un libro di Italo Calvino, Le Città Invisibili, che gli permise di cogliere un aspetto importante del lavoro che aveva in cantiere, cioè la relazione tra uomo, abitante e città, e la capacità che quest’ultima ha.
IL BUCO
di Michelangelo Frammartino Italia 2021 93’
Una storia, non ambientata a Roma, ma simbolica di due diversi approcci nei confronti dell’ambiente. Vincitore del Premio Speciale della Giuria al 78° Festival di Venezia. Film di contrasti, di altimetrie opposte,su e giù, alto basso, Nord Sud. Su, verso i 130 metri del grattacielo Pirelli a Milano. Giù, verso i quasi 700 metri di profondità dell’abisso del Bifurto in Calabria.
Nel 1961, in pieno boom economico una certa Italia vuole raggiungere la maggiore altezza del business in una società di consumo con il Pirellone, all’epoca l’edificio più alto in Europa. In quegli stessi anni un gruppo di speleologi torinesi giovani, volle invece esplorare gli abissi, organizzando una spedizione al sud sull’altopiano del Pollino, al confine tra la Calabria e la Basilicata, volendo scoprire la grotta per allora conosciuta come la più profonda chiamata il Bifurto. Il film ricostruisce quell’impresa eroica, all’epoca passata inosservata, e anche il modo di esplorare le grotte e le cavità più profonde, ma anche il mondo rurale, la montagna con i pascoli di bovini e i pastori , veri padroni dei luoghi. La natura selvaggia e incontaminata, grezza e inospitale in contrasto con la modernità.