Super strada nella foresta Amazzonica fra Perù e Brasile. Disastro per gruppi indigeni mai contattati e quasi 300 mila ettari di foresta vergine

By Gleilson Miranda/Secretaria de Comunicação do Estado do Acre [CC BY 2.5 br], via Wikimedia Commons
Super strada nella foresta Amazzonica fra Perù e Brasile. Disastro per gruppi indigeni mai contattati e quasi 300 mila ettari di foresta vergine
Notizie locali e globali 23/01/2018 a cura di Federica Giunta

Dopo l’indulto all’ex dittatore e carnefice Alberto Fujimori e molte altre leggi e proposte di legge nefaste , il governo peruviano di Pedro Pablo Kuczynski ha approvato lunedì 22 gennaio una legge controversa che dichiara priorità e interesse nazionale la costruzione di una autostrada nelle zone di frontiera fra Puerto Esperanza e Iñapari (277 chilometri) lungo il confine con il Brasile, nelle regioni di Ucayali e Madre de Dios. La nuova legge 30723 ha generato seri interrogativi perché la costruzione di strade in questa zona del paese metterebbe a rischio territori abitati da diverse popolazioni indigene in isolamento volontario come i Mashco Piro, Isconahua, Amahuaca, tra gli altri che abitano la regione di Ucayali. Qualsiasi percorso in quest’area interesserebbe anche sei aree naturali protette: i parchi nazionali di Alto Purús, Cordillera Azul, Sierra del Divisor; le Riserve comunali di Purús e El Sira; e l’area di conservazione regionale di Imiria. L’interesse è ovviamente economico. Il Perù cerca di espandere i suoi mercati verso la sponda atlantica del Continente; il Brasile ha bisogno di sfruttare i legami asiatici del suo vicino. Esigenze convergenti. Una linea di collegamento e di trasporto su gomma faciliterebbe gli scambi commerciali. Passare per l’Amazzonia significa risparmiare tempo e denaro. Il resto, i danni ambientali, l’erosione di nuove fette di verde, le conseguenze climatiche dovute allo squilibrio che ne deriverà, sono fattori per i governi di tutto il mondo sempre tristemente secondari.

Fuori la Barrick Gold da Cile e Argentina! Chiude Pascua Lama, la più grande miniera binazionale.

Di I, Earthsound, CC BY-SA 2.5, Collegamento

Fuori la Barrick Gold da Cile e Argentina! Chiude Pascua Lama, la più grande miniera binazionale
Notizie locali e globali 23/01/2018 a cura di Federica Giunta

Pascua Lama, primo progetto di miniera a cielo aperto binazionale (75% del lato cileno e il 25% di Argentina), ha causato lo sfruttamento di giacimenti di oro, argento e rame, e della lavorazione in situ di tali prodotti metallici (oro, argento e concentrato di rame). Le aziende che hanno sviluppato il progetto sono state: Minera Nevada S.A. in Cile e Barrick Exploraciones Argentina S.A. e Exploraciones Mineras Argentinas S.A. in Argentina. Quando sono stati avviati gli studi di valutazione ambientale, il progetto è stato sottoposto a un rigoroso processo in entrambi i paesi. In Cile, in quanto il sito della miniera è ubicato ai piedi di tre dei più grandi ghiacciai andini che alimentano i fiumi della Valle del Huasco, l’autorizzazione è stata concessa solamente rispettando la seguente condizione: “l’azienda potrà accedere al minerale solo di modo che non avvenga alcuna rimozione, delocalizzazione, distruzione o intervento fisico dei ghiacciai Toro 1, Toro 2 e Esperanza”. Questo e altri requisiti non sono stati rispettati (questi ghiacciai hanno diminuito il loro volume tra il 56% e il 70% dal 2005) dalla compagnia estrattiva canadese Barrick Gold, la più grande società al mondo per l’estrazione dell’oro.
Mercoledì 17 Gennaio 2018, la Soprintendenza dell’Ambiente ha finalizzato un procedimento sanzionatorio contro Minera Nevada SpA e ha dichiarato la chiusura completa e definitiva del progetto binazionale minerario Pascua Lama, a causa di molteplici violazioni relative agli scarichi di acque acide, alla distruzione della flora, al monitoraggio incompleto delle variabili ambientali e sociali e al danno ambientale nelle zone dell’alto altipiano andino, tra le altre.
Lucio Cuenca dell’Osservatorio Latinoamericano di conflitti Ambientali (Cile) a proposito di questa vittoria sociale e ambientale: “Per rendere questo possibile risoluzione, ha dovuto convergere centinaia di migliaia di volontà, dalla prima e-mail che ha avvisato della situazione, i vari interventi di strada, cortei e carnevali, messe, processi rigorosi controllo comunitario, diffondendo con tutti i mezzi, le tesi, documentari, libri, creazioni, campagne internazionali, reclami che hanno portato al blocco dei finanziamenti per il progetto, servizi di reclami con competenza ambientale, i processi giudiziari, lavoro di funzionari probatori, ma soprattutto, l’esistenza di una comunità che ama sia il suo territorio che il suo modo di vivere, che è riuscito a mobilitare tutte queste volontà in difesa del bene comune”.

Regina di fiori, regina di cuori presentazione libro sabato 27 gennaio

Nell’ambito delle iniziative di promozione del libro e la lettura della Biblioteca PassepartoutLibri, un bene in comune

Regina di fiori, regina di cuori presentazione libro sabato 27 gennaio

Sabato 27 gennaio 2018
ore 19,00
Regina di fiori, regina di cuori
Presentazione con l’autore Roberto Ferrari, allevatore per vocazione al suo esordio letterario.
“C’è tutto delle api in questo libro. Dalla storia alle abitudini, dalle consuetudini alla psicologia.”

Il lettore percepirà la vita dell’alveare scorrere al ritmo della natura e secondo le dinamiche legate alle vicende private, a volte esilaranti, dell’autore, in un alternarsi continuo di difficoltà varie, scocciature burocratiche, momenti di scoramento o di esaltazione. Affioreranno intanto i dettagli di una società dove l’interesse del singolo è sacrificato con logica fermezza a quello della comunità all’ombra del tragico destino dei fuchi e di umani loschi interessi. L’empatia tra Roberto Ferrari e le sue api culmina nel legame speciale tra lui e la prima Regina e trascende le pagine in un crescendo che assorbe e amalgama il lettore rendendolo prima spettatore e poi membro consapevole dell’universo di questo meraviglioso insetto. info

L’autore
Allevatore per vocazione, Roberto Ferrari compra una piccola fattoria a Val de’ Varri, a 1000 metri sul livello del mare, in provincia di Rieti, coronando il sogno di sempre. Apre così una piccola azienda per il recupero delle razze domestiche minacciate di estinzione che non attingerà mai a contribuzioni pubbliche. Riesce a tessere una rete di allevatori appassionati con il coordinamento di un ricercatore dell’università di Torino, Riccardo Fortina. Nel 2001 nasce RARE, Razze Autoctone a Rischio Estinzione. Definisce le Api “eredità” del nonno Angelo e da sempre si batte per difendere la purezza dell’ape nostrana, l’Ape Mellifera Ligustica Spinola. È alla sua prima uscita letteraria dopo aver contribuito con Aziza alla raccolta Gocce di speranza, edito da Amarganta, i cui proventi sono devoluti in beneficenza a favore delle popolazioni colpite dal sisma dell’agosto 2016.

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