POLICANTUS da Rugantino a Pulcinella concerto 24 luglio 2021

POLICANTUS da Rugantino a Pulcinella concerto 24 luglio 2021 (h.19,00)

Nell’ambito dell’ E…State al Casale 2021:
sabato 24 luglio 2021
ore 19,00

POLICANTUS
da Rugantino a Pulcinella:
il meglio della canzone popolare romana e napoletana

Due maschere, amatissime dal popolo, rappresentative della cultura popolare più genuina. Un’esplorazione appassionata fra le canzoni più belle del grande patrimonio musicale di canzoni della ricca tradizione popolare romana e napoletana.

Brani suonati e cantati da
Paola Castellano e Antonello Chichiricco
intro al concerto: Rosa Lux

Rugantino
È una maschera del teatro romano. Le sue origini risalgono alla fine del 1700.Tipico personaggio romanesco, er bullo de Trastevere, svelto co’ le parole e cor cortello, un giovane arrogante e strafottente ma in fondo buono e amabile. Rugantino da ‘ruganza’, parola che significa “arroganza”.
Odoardo Zuccari a metà Ottocento lo descrive così:

«Cor cappello a du’ pizzi, cor grugno lungo du’ parmi, co’ ‘na scucchia rivortata ‘nsù a uso de cucchiaro, co’ no’ spadone che nun ce la po’ manco quello der sor Radeschio, e co’ le cianche come l’Arco de Pantano, se presenta, Signori mia, Rugantino er duro, nato nde ‘sto piccolo castelluccio e cresciuto a forza de sventole, perché c’ha avuto sempre er vizio de ruga’ »

Rugantino è un po’ la caricatura di un gendarme, ma nel corso degli anni questa prima immagine si trasforma nel giovane bullo di quartiere che assume gli atteggiamenti del duro, ma che in realtà è uno spaccone pronto a parole ma pavido nei fatti.
Famosa la sua frase: «Ahò, me n’hanno date tante,eh, ma quante je n’ ho dette!».
La maschera tipica quindi lo vede vestito in due maniere: da sgherro, in modo appariscente vestito di rosso col cappello a due punte, oppure da povero popolano, calzoncini logori, fascia intorno alla vita, camicia con casacca, fazzoletto al collo.

Due parole anche su Meo Patacca che insieme a Rugantino, rappresenta Roma. Meo Patacca nasce un secolo prima di Rugantino da un’opera teatrale del 1695, a sua volta ispirata ad una maschera della Commedia dell’Arte.
Anche lui è di Trastevere, spiritoso, impertinente, ma buono di cuore. Vuole sempre avere ragione lui, è spavaldo e coraggioso, un vero attaccabrighe, provoca risse e tafferugli, ma lo fa con simpatia e “quanno se tratta de dalle e pjalle” non si tira mai indietro.
Indossa un panciotto allacciato di lato, con una fascia in vita, un fazzoletto legato al collo, in testa un berretto o una retina calzati all’indietro, pantaloni stretti al ginocchio, scarpe da ganzo con fibbie di metallo. Viene raffigurato spesso con un fiasco di vino, intento a bere.
Come si vede in fondo i due personaggi – Meo Patacca e Rugantino – nell’immaginario popolare si vanno spesso fondendo fra loro per i molti tratti in comune e le notevoli affinità.

Pulcinella
È la maschera di Napoli, originaria della Commedia dell’Arte, probabilmente – insieme ad Arlecchino – la più famosa in Italia e nel Mondo. Sembra fosse già conosciuta ai tempi dei Romani e sparita con l’arrivo del Cristianesimo, la maschera di Pulcinella è risorta nel ‘500 con Silvio Fiorillo, artista e autore della Commedia dell’Arte e vanta innumerevoli versioni in molti Paesi.

Il nome ‘Pulcinella’ deriva con ogni probabilità dal napoletano “pollicino”, che significa pulcino, o forse proviene da “polleciniello” gallinaccio nero, con riferimenti ai suoi modi e al timbro querulo e stridulo della sua voce.
Pulcinella è pigro, ironico, opportunista, sfrontato. Di proverbiale insaziabile voracità è alla perenne ricerca di cibo. Per un piatto di maccheroni è disposto a tutto: rubare, mentire, imbrogliare e prendere bastonare.
Decisamente goffo, mimica accentuata, movenze grottesche, inventa con fantasia espedienti per sfuggire alla prevaricazione e all’avarizia di ricchi e potenti, anche se, tutto meno che diplomatico, si trova spesso coinvolto in pasticci e imbrogli.
Pulcinella è il simbolo dell’uomo semplice che reagisce alle complessità della vita cercando di fare il furbo affrontando tutti i problemi col sorriso. È autoironico, spesso in contraddizione con sé stesso ma rappresenta a volte la saggezza popolare. Chiacchierone inveterato, è difficile per lui stare in silenzio: da qui l’espressione “Il segreto di Pulcinella”, per indicare un fatto di cui tutti hanno conoscenza.
Il suo costume è bianco, con pantaloni, ampia camicia e cappello floscio. Indossa sempre l’immancabile maschera nera con naso lungo e adunco improntata tra il grifagno e l’ironico.


Lo spettacolo è all’aperto. Percorrenza spazi comuni con mascherina.
Ingresso con tessera socio 2021 e sottoscrizione libera
Necessaria prenotazione per lo spettacolo e/o la cena:
info@casalepodererosa.org * 068271545 * wa 3920488606
via Diego Fabbri (ang. via A. De Stefani)