Notizie locali e globali 17/10/2017 a cura di Federica Giunta
Catalunya: quando la spinta indipendentista è più forte della costituzione
Il primo ottobre si è svolto il referendum proposto dalla Catalogna per votare l’indipendenza della regione, con la domanda “Volete che la Catalogna sia uno Stato indipendente in forma di repubblica?”. Il referendum è stato promosso dalla Generalitat de Catalunya ed è stato indetto da una legge del Parlamento della Catalogna, secondo cui il voto dovrebbe avere natura vincolante, ma è invece stato contrastato dal governo spagnolo in carica, secondo cui la Costituzione della Spagna non consentirebbe di votare sull’indipendenza di alcuna regione spagnola, e la consultazione sarebbe quindi incostituzionale. Il mese precedente alla consultazione si sono verificati molti episodi di repressione (dal sequestro delle schede referendarie, alle cariche della polizia alle pacifiche manifestazioni degli indipendentisti) e questo non ha fatto altro che portare l’opinione pubblica a solidarizzare con la causa indipendentista e a vedere con sospetto un atteggiamento così violento da parte del governo spagnolo. Anche la giornata elettorale del primo ottobre si è risolta in un braccio di ferro tra il governo centrale, che ha mobilitato le forze di polizia per impedire il voto e il governo regionale catalano che ha impiegato ogni mezzo per consentire la consultazione. I risultati mostrano che ci sono stati 2.286.217 votanti (43,03% degli aventi diritto), con 2.044.038 SÌ (92,01%) e 177.547 NO (7,99%). Quindi un buon risultato fra quelli che sono effettivamente andati a votare, anche se si tratta di meno della metà della popolazione avente diritto. Lo stato attuale dei rapporti fra la Catalugna e il governo centrale spagnolo è molto teso, e in settimana si saprà se la Catalugna dichiarerà affettivamente l’indipendenza oppure se Madrid imporrà l’art. 155, dove chiede formalmente al presidente catalano di restaurare la legalità attraverso un documento scritto e motivato giuridicamente, che contenga una relazione su quelli che vengono considerati i comportamenti non conformi alla legge e le misure specifiche per risolvere la situazione. Aldilà di qualsiasi opinione personale a favore o meno dell’indipendenza di questa piccola regione, vorrei diffondere un comunicato stato pubblicato all’indomani del referendum, scritto dal Sindacato dei Venditori ambulanti di Barcellona. In questo prezioso documento si rivendica il diritto dei popoli a decidere sul loro futuro, che non dovrebbe essere negato o perseguitato e si estende la solidarietà ai popoli e ai gruppi popolari che dal basso hanno sempre combattuto per il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Questo gruppo di migranti, spesso oppressi e razzializzati sia dal governo spagnolo che dalla Generalitat catalana stessa, con estrema umanità, empatia e solidarietà, appoggia questo movimento popolare indipendentista a resistere, a ribellarsi, a dire NO alla repressione, a dire NO alle persecuzioni, a dire NO alla violenza. Perché noi non dovremmo farlo?