Cineforum in saletta venerdì 19 e sabato 20 aprile 2024

Cineforum in saletta venerdì 19 e sabato 20 aprile 2024

minirassegna: per non dimenticare

venerdì 19 aprile
ore 18,00 L’UOMO CHE NON CAMBIO’ LA STORIA di Enrico Caria (2017) documentario-animazione
ore 21,00 IL DELITTO MATTEOTTI di Florestano Vancini (1973)

sabato 20 aprile
ore 18,00 LUBO di Giorgio Diritti ( 2023)
ore 21,00 L’UOMO CHE VERRA’ di Giorgio Diritti (2009)

sinossi
L’UOMO CHE NON CAMBIO’ LA STORIA
di Enrico Caria Italia 2017 74′ documentario-animazione
Un eccezionale documento con immagini d’archivio, ricostruzioni realizzate a disegni, e molto humor. L’uomo in questione è Ranuccio Bianchi Bandinelli, un nome di primissimo piano della cultura italiana ed europea del secondo dopoguerra, massimo studioso dell’arte antica, archeologo, nonché dirigente comunista, a cui la Storia, nel 1938 ha servito su un piatto d’argento, l’irripetibile occasione di cambiare il mondo. Infatti proprio lui, suo malgrado fu incaricato di fare da guida e da interprete al Furher in visita in Italia. Antifascista convinto, decide di sfruttare la situazione per far fuori, in colpo solo, Hitler e Mussolini. Naturalmente l’intellettuale dissidente ma solitario capì di non essere in grado di portare a termine il suo piano, ma tenne un diario dettagliatissimo di quelle “giornate particolari”.
[fonte: https://www.ibs.it/uomo-che-non-cambio-storia-film-enrico-caria/e/8014191970242/]

IL DELITTO MATTEOTTI
di Florestano Vancini Italia 1973 120’
Subito dopo le elezioni del 1924, l’onorevole socialista Giacomo Matteotti denuncia, in parlamento, i brogli elettorali e le violenze perpetrate dai fascisti: viene rapito ed assassinato, dopodiché Mussolini promulga leggi eccezionali. Nel 1973, anno di grandi tensioni poliche, Florestano Vancini realizza Il Delitto Matteotti, per ricostruire, in maniera rigorosa, la ormai mitologica vicenda dell’omicidio di Giacomo Matteotti, il deputato di punta del PSU rapito (e poi assassinato) il 10 giugno del 1924, per mano dei fascisti. L’obiettivo del film sembra essere quello di voler mettere in guardia le nuove generazioni (quelle che danno per scontata la Repubblica) dai pericoli dell’atteggiamento fascista. Il regista Vancini, non vuole solo renderci partecipi delle indegne azioni perpetrate dai fascisti nell’episodio Matteotti, ma anche metterci in guardia sul modo graduale, subdolo e strisciante in cui a volte i colpi di stato ,o le svolte totalitarie, si possono manifestare.
[fonte: https://www.mymovies.it/film/1973/il-delitto-matteotti/]

LUBO
di Giorgio Diritti Italia, Germania 2023 175’ versione originale con sottotitoli in italiano
Gli Jenisch sono, dopo i Rom e i Sinti, il terzo popolo nomade europeo. Di origine germanica hanno una loro lingua e sono stati definiti nel passato, in modo spregiativo, gli zingari bianchi. Un’opera che parla di integrazione del diverso e di diritti delle minoranze. Giorgio Diritti, in Lubo, rivela, con il consueto rigore, una storia poco nota. Liberamente ispirato al libro “Il seminatore” di Mario Cavatore, racconta la storia di una famiglia nomade di etnia Jenisch, definiti in passato, in modo spregiativo, gli zingari bianchi, la terza maggiore popolazione europea dopo Rom e Sinti, nella Svizzera neutrale della Seconda guerra mondiale. Il film narra l’odissea di Lubo Moser: nomade di etnia Jenisch di mestiere artista di strada, che viene richiamato nel 1939 dalla Confederazione Elvetica per presidiare i confini nel caso di invasione tedesca. Intanto gli vengono sottratti i tre figli piccoli, proprio perché Jenisch, e rientrano nel programma di rieducazione nazionale Kinder der Landstrasse (Bambini di strada). Lubo sa che non avrà più pace fino a quando non avrà ritrovato i suoi figli e ottenuto giustizia per la sua storia e per quella di tutti i diversi come lui.
[fonte: https://www.mymovies.it/film/2023/lubo/]

L’UOMO CHE VERRA’
di Giorgio Diritti Italia 2009 116’ versione originale con sottotitoli in italiano
Secondo lungometraggio di Giorgio Diritti dopo Il vento fa il suo giro (2005). Al centro della vicenda la ricostruzione storica dell’eccidio di Marzabotto attraverso la visione corale di una comunità agricola, mediante la riproposizione accurata e filologica degli ambienti, dei gesti, delle cose, delle parole, pronunciate con gli accenti del dialetto originale. Per raccontare quella strage degli ultimi giorni del nazifascismo nella quale vennero uccisi circa 770 paesani radunati nelle case, nei cimiteri e sui sagrati delle chiese, Giorgio Diritti si affida a un proposito simile a quello di Il vento fa il suo giro : partire dalla lingua del dialetto per raccontare una comunità e dal linguaggio del cinema per costruire un messaggio sull’identità culturale. Inverno, 1943. Martina ha otto anni, vive alle pendici di Monte Sole, non lontano da Bologna, è l’unica figlia di una famiglia di contadini che, come tante, fatica a sopravvivere. Anni prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare. Nel dicembre la mamma rimane nuovamente incinta. I mesi passano, il bambino cresce nella pancia della madre e Martina vive nell’attesa del bimbo che nascerà mentre la guerra man mano si avvicina e la vita diventa sempre più difficile. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il piccolo viene finalmente alla luce. Quasi contemporaneamente le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come la strage di Marzabotto.
[fonte: https://www.mymovies.it/film/2009/luomocheverra/]