NO TAP: una tre giorni a Melendugno contro le grandi opere che distruggono il territorio e i suoi abitanti

Notizie locali e globali 19/09/2017 a cura di Federica Giunta
NO TAP: una tre giorni a Melendugno contro le grandi opere che distruggono il territorio e i suoi abitanti
Il 15, 16 e 17 Settembre si è svolto un incontro nazionale con tutte le realtà in lotta per analizzare le conseguenze e prevenire così gli impatti socio-ambientali delle grandi opere, nello specifico del metanodotto Trans-Adriatic-Pipeline. Il gasdotto TAP, collegandosi alla rete nazionale Snam, proseguirà il suo percorso e la sua opera di devastazione fino alla Lombardia, dove sono in costruzione diversi siti di stoccaggio del gas. Intere regioni e comunità saranno attraversate da un’opera inutile, distruttiva e mafiosa progettata senza tenere alcun conto della volontà e della sicurezza di chi vive nei territori interessati.
Nel centro Italia, nel cosiddetto cratere sismico, il gasdotto passerà pericolosamente per zone ad alto rischio sismico e colpite nei mesi scorsi da potenti terremoti. Il governo italiano fin dall’inizio e senza retrocedere di un passo si è rivelato complice e responsabile di un progetto “strategico” che mette seriamente a rischio il futuro del nostro e di altre zone e comunità coinvolte in questo malaffare internazionale che parte dall’Azerbaijan e dovrebbe terminare in Svizzera. Le giornate sono state emozionanti, con proposte, dialoghi, idee e considerazioni intense, mosse dalla passione di persone e movimenti sociali che hanno veramente a cuore la tutela del territorio, della salute delle persone e della democrazia. Ognuno è servito da stimolo all’ altro nella stesura di reazioni tecniche, emerse da 5 tavoli tematici, che spaziavano dalla proposta di un nuovo modello energetico, all’istruzione e ricerca, agli impatti sociali e la interconnessione tra le lotte. Le proposte definite nell’assemblea conclusiva di domenica sono molte e a breve saranno annunciate nel nuovo sito web NO TAP.

Links:
COMITATO NO TAP – no al gasdotto Trans adriatic pipeline

[fonte: https://www.facebook.com/comitato.notap/]

I Rohingya della Birmania la minoranza più perseguitata del mondo

Notizie locali e globali 19/09/2017 a cura di Federica Giunta
I Rohingya della Birmania la minoranza più perseguitata del mondo
I Rohingya sono un gruppo etnico di fede musulmana che risiede principalmente nel nord della Birmania (o Myanmar), al confine con il Bangladesh. Non sono considerati uno dei 135 gruppi etnici ufficiali del paese e gli è stata negata la cittadinanza in Myanmar dal 1982, così da renderli apolidi a tutti gli effetti. In Birmania e in Bangladesh sono sistematicamente discriminati e fanno parte degli strati più poveri della popolazione. Dagli anni Settanta, una serie di tensioni nei confronti dei Rohingya nello stato Rakhine hanno costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire nei paesi confinanti, come Bangladesh, Malesia, Tailandia e in altri paesi del Sud-Est asiatico. Durante tali attacchi, i rifugiati hanno spesso segnalato stupri, torture, incendi e omicidi da parte delle forze di sicurezza birmane. Dal 2012 a oggi i Rakhine, buddisti, hanno incendiato interi villaggi e ucciso migliaia di Rohingya. Le autorità birmane sono accusate di non essere intervenute per fermare le violenze, che hanno spinto sempre più Rohingya a scappare. A peggiorare la situazione è intervenuta la politica di respingimento adottata da Thailandia, Malesia e Indonesia. Nello stato del Rakhine vive quasi un milione di Rohingya, su una popolazione di quattro milioni di persone. Molti abitanti non li considerano birmani: li ritengono dei bengalesi musulmani, arrivati con la colonizzazione britannica. Il governo birmano quindi non riconosce loro la cittadinanza, privandoli dei loro diritti fondamentali. Non possono muoversi liberamente nel paese, non possono avere più di due figli né hanno diritto alla proprietà privata. Dall’inizio degli anni Ottanta, quasi un milione di Rohingya sono fuggiti dalla Birmania a causa di una persecuzione diffusa. Il Cancelliere di Stato Aung San Suu Kyi, che è la leader de facto, ha rifiutato di discutere veramente la situazione del Rohingya. Aung San Suu Kyi e il suo governo non riconoscono i Rohingya come un gruppo etnico e hanno accusato la violenza in Rakhine e le conseguenti repressioni militari su quelli che essi chiamano “terroristi”. Ieri Aung San Suu Kyi ha rotto il suo silenzio sulla crisi che coinvolge i Rohingya, fornendo un discorso denunciato da Amnesty International come “un mix di menzogne e di biasimo delle vittime”. Nel suo primo intervento pubblico dopo la sanguinosa repressione militare della minoranza musulmana Rohingya, che è stata denominata “un esempio di testo della pulizia etnica” da parte delle Nazioni Unite, il premiato Nobel non ha criticato l’esercito e ha dichiarato di non temere il controllo internazionale “. Secondo i dati più recenti disponibili dalle Nazioni Unite, negli ultimi 5 anni più di 168.000 Rohingya sono fuggiti dalla Birmania. A seguito della violenza che è scoppiata l’anno scorso, secondo l’Organizzazione internazionale per la migrazione, più di 87.000 Rohingya sono fuggiti in Bangladesh dall’ottobre 2016 al luglio 2017.

Links:
Chi sono i rohingya e perché vengono abbandonati in mare
Birmania, il Nobel per la pace Suu Kyi rompe il silenzio sui rohingya ma nega le violenze. Amnesty: ‘Testa sotto la sabbia’
[fonte: https://www.voanews.com/]

Mercato BIO sabato 7 e 21 ottobre

Mercato BIO sabato 7 e 21 ottobre

Mercato BIO sabato 7 e 21 ottobre
Contro il biologico delle multinazionali … Sosteniamo gli agricoltori piccoli, locali, biologici, che vendono direttamente i propri prodotti coltivati nel rispetto dell’ambiente!” appuntamento con il MercatoBio del Parco di Aguzzano al Casale Podere Rosa … e l’osteria aperta anche pranzo!

INFO:

  • Al Casale Podere Rosa (via Diego Fabbri angolo via A. De Stefani)
  • ingresso aperto a tutti (anche i non socie)
  • orario: dalle 9 alle 14.00
  • dalle 9 è aperto il BioBar e alle 13.00 è possibile fermarsi a mangiare in BioOsteria (all’eperto in giardino…tempo permettendo) meglio prenotare prima! (sms a 3920488606)
  • Nel primo pomeriggio attività per bambini

Le aziende che partecipano sono piccoli produttori agricoli locali (Lazio e dintorni), piccole aziende organizzate su base familiare che da anni sostengono un’agricoltura bio (biologica e biodinamica), senza sfruttamento e senza uso di prodotti chimici di sintesi. I prodotti vengono venduti direttamente dalle aziende senza intermediazioni. Non un mercato d’élite ma uno spazio che permette la conoscenza diretta tra consumatori e produttori, incentivando la possibilità di questi ultimi di garantire la qualità dei cibi e il modo in cui vengono prodotti.

Un po’ di storia del MercatoBIO
Evento FB