Notizie di servizio e Cose da leggere

[Roma, murale al Flaminio. foto di Stefano Petrella]

[cpr_inverno]
Newsletter di Casale Podere Rosa e Biblioteca Passepartout del 25.marzo.2020


notizie ‘di servizio‘:

[Casale Podere Rosa] Aggiornamento del 25/3/2020 Casale Podere Rosa: La spesa a filiera corta&bio: consegne a domicilio pagina web in cui rccogliamo tutte le informazioni utili dalle aziende con cui siamo in contatto (tra MercatoBIO, Gas-GAABE, bioOsteria) e che già fanno o si sono attrezzate per la consegna a domicilio.

[RESS]RESS-Roma (Rete Economia Sociale e Solidale Roma) Gruppo d’Acquisto Condominiale: Elenco dei produttori che consegnano a domicilio a Roma. Come fare una spesa solidale in tempi di quarantena? Attiva un Gruppo d’Acquisto Condominiale! Coinvolgi condomini, vicini e amici di quartiere per ordinare insieme i prodotti.


donazione sangue
https://www.salutelazio.it/donare-il-sangue


notizie ‘da leggere‘:

[fonte immagine: https://www.luissuniversitypress.it/pubblicazioni/il-capitalismo-della-sorveglianza]Ciò che è senza precedenti: “(…) Ciò che è senza precedenti è immancabilmente irriconoscibile. Quando ci troviamo di fronte a qualcosa senza precedenti, lo interpretiamo automaticamente ricorrendo a categorie familiari, e in tal modo rendiamo del tutto invisibili proprio le sue caratteristiche inedite. Un esempio classico è la nozione di “carrozza senza cavalli” usata da chi si doveva confrontare con l’invenzione senza precedenti dell’automobile. Un esempio tragico è invece l’incontro tra gli indigeni e i primi ‘conquistadores’ spagnoli. Quando i Taino dei Caraibi precolombiani osservarono per la prima volta i soldati spagnoli, sudati e barbuti, che arrancavano sulla sabbia coperti di broccato e armature, come avrebbero potuto riconoscere il significato, l’unicità e la portata di quel momento ? Non potevano certo immaginare la propria distruzione, e così ritennero che quelle strane creature fossero divine e le salutarono con elaborati riti di ospitalità. E’ così che ciò che è senza precedenti riesce a non farsi comprendere: le conoscenze pregresse portano a concentrarsi su ciò che è familiare, mettendo in ombra gli aspetti innovativi e trasformando ciò che è senza precedenti in una estensione del passato. Questo contribuisce a normalizzare l’anormale, e a rendere più difficile combatterlo. (…)” da “Il Capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri” di Shoshana Zuboff (2019). Libro disponibile in Biblioteca Passepartout …appena potremo riaprire!

[Roma, Stazione Termin. Graffiti. S. Petrella]E’ troppo tardi per essere preoccupati e pessimisti “In questi giorni di quarantena un po’ ovunque vengono proposte numerose analisi sulle cause della pandemia, sulle sue implicazioni politiche, economiche e sociali – oltreché, evidentemente, sanitarie e umane – e sui complicatissimi tentativi di provare ad immaginare un “dopo” che non sia la piatta riproposizione di un “prima” magari con qualche correttivo. La sensazione generale è quella di assistere ad un evento planetario, epocale e terribile, un crash della dottrina liberista, quello che Marx definiva la natura distruttiva del capitale giunto alla sua fase matura.
E non parliamo solo di epidemie, con le quali l’umanità ha acquisito una certa confidenza fin da quando ha imparato a coltivare piante e allevare animali e così facendo a modificare gli ecosistemi e a concentrarsi in assembramenti promiscui. Parliamo soprattutto della profondità e della velocità con cui la nostra specie ha perturbato alcuni regolatori generali degli equilibri ecologici: il clima innanzitutto, l’acqua, la biodiversità, gli oceani, i ghiacciai, il permafrost, le foreste, le risorse naturali e tutti i mille e mille fili ecologici che collegano questi fattori e che costituiscono l’impalcatura dei sistemi viventi.” …continua la lettura (di Casale Podere Rosa 25/03/2020)

[fonte immagine: https://www.intramoenia.it/libri/stanchi-del-lavoro/]Un libro in regalo di Intra Moenia per la campagna #leggiamoacasa: “Un’opera in sei volumi per esaltare la scelta di una vita con ritmi più lenti e legata alle esigenze umane degli individui. Contro il mito della produttività, efficienza, carriera e consumismo. Un invito alla riflessione sulla qualità della vita. Marx, Engels, Stevenson, Lafargue, Russell, Bataille, Revelli, Hodgkinson, De Masi, Black, Meda, Bencivenga, Gramsci, Battaglia“.
Stanchi del lavoro. Apologie dell’ozio a cura di Giulio De Martino (Intra Moenia, 2007)

Lettura per adulti …grandi, grossi e vaccinati: “Cari umani, fate tacere tutti i vostri ridicoli appelli di guerra. Abbassate quegli sguardi vendicativi che mi riservate. Dissolvete l’alone di terrore con il quale circondate il mio nome. Noi, i virus, dal fondo batterico del mondo, siamo il vero continuum della vita sulla Terra. Senza di noi non avreste mai visto la luce, così come la cellula primordiale. …” Monologo del virus (di lundimatin 24/03/2020)
[fonte ine: https://lundi.am/Monologo-del-virus]


Il Casale Podere Rosa, nonostante l’ingiunzione di sfratto ricevuta a dicembre 2016, prosegue le attività sociali, culturali e di intrattenimento, di difesa e valorizzazione dei beni comuni e dell’ambiente, di promozione e sostegno dei piccoli agricoltori, con servizi per le famiglie e i giovani . La #vertenzaCPR è in atto per impedire la chiusura e trasformazione di questo storico spazio sociale e culturale della periferia romana.
[vertenza_CPR]


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E’ troppo tardi per essere preoccupati e pessimisti

[Roma, Stazione Termini. Graffiti. S. Petrella]

In questi giorni di quarantena un po’ ovunque vengono proposte numerose analisi sulle cause della pandemia, sulle sue implicazioni politiche, economiche e sociali – oltreché, evidentemente, sanitarie e umane – e sui complicatissimi tentativi di provare ad immaginare un “dopo” che non sia la piatta riproposizione di un “prima” magari con qualche correttivo. La sensazione generale è quella di assistere ad un evento planetario, epocale e terribile, un crash della dottrina liberista, quello che Marx definiva la natura distruttiva del capitale giunto alla sua fase matura.

E non parliamo solo di epidemie, con le quali l’umanità ha acquisito una certa confidenza fin da quando ha imparato a coltivare piante e allevare animali e così facendo a modificare gli ecosistemi e a concentrarsi in assembramenti promiscui. Parliamo soprattutto della profondità e della velocità con cui la nostra specie ha perturbato alcuni regolatori generali degli equilibri ecologici: il clima innanzitutto, l’acqua, la biodiversità, gli oceani, i ghiacciai, il permafrost, le foreste, le risorse naturali e tutti i mille e mille fili ecologici che collegano questi fattori e che costituiscono l’impalcatura dei sistemi viventi.

È del tutto evidente che queste profonde e rapide perturbazioni generano crisi, crash che si susseguono e che finiranno col sovrapporsi e amplificarsi a vicenda. È solo un caso che l’emergenza incendi dei mesi scorsi (Siberia, Amazzonia, Alaska, California, Australia, Indonesia, …) non si sia drammaticamente sovrapposta all’emergenza coronavirus e non è escluso che le conseguenze dell’inverno più caldo di sempre, il 2019 (v. “Il riscaldamento globale sta accelerando” SNPA 11/03/2020), finiranno per sovrapporsi alla perdurante pandemia.

Insomma questo è il quadro, lo sapevamo da tempo, anche se la velocità con cui si manifestano i fenomeni un po’ ci ha spiazzati (come sempre accade quando si ha a che fare con dinamiche che crescono in maniera esponenziale).

Non sarà qualche altra generazione futura a doversi occupare di tutto ciò, con tempo, con calma e con gli strumenti culturali e politici che nel frattempo saranno stati acquisiti. No, l’era delle turbolenze è questa, è già arrivata e ci incalza. Ci stiamo dentro pure noi, le vecchie generazioni che non sanno lasciare una eredità intellettuale valida alle future generazioni per combattere adeguatamente e ritrovare gli equilibri ecosistemici. Perché è inutile illudersi: i nuovi scenari vanno affrontati con concetti e strumenti nuovi, non prendendoli in prestito tal quali dall’armamentario delle teorie-prassi rivoluzionarie del secolo scorso, né dall’ambientalismo perbenista dei giorni nostri.

Questa complessa problematica comincia a farsi strada nel dibattito per la verità ancora assai frammentato che alcuni – reti, collettivi e singoli – tentano di avviare a livello planetario. E molto interessante, in questo scenario, è anche il contributo che viene fornito da una moltitudine di comunità locali e popoli nativi, spesso le prime vittime dei grandi cambiamenti globali.

Tuttavia questo contesto storico offre anche delle inedite possibilità: libera energie.

Ci ha sorpreso il movimento mondiale Fridays for Future che, anche se caldeggiato dai fautori di un nuovo ciclo, green, di accumulazione capitalistica, ha tuttavia mobilitato potentissime energie innovative e offerto l’occasione ad una nuova generazione di adolescenti di maturare un pensiero radicalmente critico. Ci ha ugualmente sorpreso la vastità e determinazione del movimento dei gilets jaunes così come il protagonismo delle istanze femministe, ecologiste e pacifiste che pervadono il sud del mondo.

Ormai è veramente troppo tardi per essere preoccupati e per essere pessimisti, questo spazio lo abbiamo esaurito negli anni e nei decenni del nostro impegno e della nostra militanza politica e sociale. Oggi occorre osare progettare un mondo diverso, un sistema economico-sociale resiliente e solidale. Nessuno di noi sa farlo e nessuno di noi può farlo da solo.

Oggi dovremmo mettere all’ordine del giorno la costruzione di un grande Forum globale in grado di dare voce, visibilità e connessione alle mille esperienze che in ogni continente sperimentano strade nuove, creano nuove aree di conflitto e rilanciano la critica al dominio capitalistico sulla natura e sull’uomo. Sarebbe un bel modo per far sentire la voce consapevole e solidale dei popoli della Terra nel dopo pandemia!

[Roma, San Lorenzo. S. Petrella]

Balconi, persiane, letture e sostegno alla filiera alimentare corta&bio

[Roma, balcone con lenzuola. foto di Stefano Petrella]

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Newsletter di Casale Podere Rosa e Biblioteca Passepartout del 19.marzo.2020


Per contribuire ad una riflessione sull’evento epocale che stiamo vivendo, invitiamo a leggere alcuni articoli con tagli giornalistici diversi, sperando di fare cosa gradita.

Il primo è un ragionamento di Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr, su una “semplice” formula matematica che chiama “equazione dei disastri”: R = P x V x E. Questa formula da’ la possibilità di confrontare due diversi tipi di rischio su una base comune. I due rischi sono: “rischio dovuto all’influsso di eventi meteo-climatici estremi su territori e persone” e il “rischio di contrarre un virus influenzale con le sue conseguenze per la nostra salute“. La domanda che Pasini si pone è “Come possiamo minimizzare, o addirittura azzerare, il rischio?“. Leggi Rischi da Coronavirus e da cambiamenti climatici: una prospettiva matematica (02/03/2020)

Consigliamo poi la lettura di un interessante articolo scientifico di Sandro Modeo, saggista (si occupa soprattutto di scienza e di calcio),
che parte dalle analisi di David Quammen che, nel suo libro “Spillover” (2012), “ci invita quasi a ogni pagina a considerare il nostro rapporto con gli agenti patogeni in una prospettiva naturalistica (o meglio biologico-evoluzionistica) che può conferirgli un senso più profondo.” “Provare a seguire quel percorso significa cercare di capire le ragioni non prossime -ma remote ed effettive- dell’epidemia-pandemia in corso. E per farlo, il libro di Quammen è solo uno strumento tra altri.” Leggi Dai pipistrelli all’uomo: alle origini del Coronavirus (04/03/2020)

Interessante anche il punto di vista socio-politico di Raúl Zibechi “L’epidemia attuale non avrebbe l’impatto che ha se non fosse per i tre lunghi decenni di neoliberismo che abbiamo alle spalle. Essi hanno causato danni ambientali, sanitari e sociali probabilmente irreparabili. Le Nazioni Unite, attraverso l’Unep, riconoscono che l’epidemia “è riflesso della degradazione ambientale“. Il rapporto segnala che “le malattie trasmesse da animali a esseri umani stanno crescendo e peggiorano man mano che gli habitat selvaggi vengono distrutti dall’attività umana”, perché “gli agenti patogeni si diffondono più rapidamente verso le mandrie o le greggi e gli esseri umani“” Leggi L’epidemia del neoliberismo (12/03/2020)

Terminiamo i consigli di lettura con una “filastrocca appassionata” di Marco Bersani (Attac-Italia). Otto domande, otto perchè, scritti con garbo e con sagacia. …E il finale è un buon inizio! Leggi Otto domande ai seguaci del liberismo (18/03/2020)


[Casale Podere Rosa]Aggiornamento-La spesa a filiera corta&bio: consegne a domicilio
Il Casale Podere Rosa, all’indomani del dcpm del 9 marzo, che ha sancito la sospensione di tutte le nostre attività, ha raccolto/sta raccogliendo in una una pagina web del nostro sito tutte le informazioni utili dalle aziende con cui siamo in contatto (tra MercatoBIO, Gas-GAABE, bioOsteria) e che già fanno o si sono attrezzate per la consegna a domicilio. Non è un lavoro facile in quanto la maggior parte dei piccoli agricoltori deve ricalibrare le propri attività. Questo per noi è un modo ma anche una occasione per diffondere la possibilità reale e concreta di acquistare prodotti biologici direttamente dalle aziende che li producono o da piccole filiere distributive. Riportiamo QUI le modalità di ordine e ulteriori notizie e aggiornamenti sulla disponibilità di prodotti e produttori. Al momento è possibile ordinare con varie modalità da Cooperativa Barikamà, Azienda Agricola Mascitelli Antonio, Cooperativa Sociale Agricola Parsec Agri Cultura, Biosolidale distribuzione, Fattoria Lucciano, Casale Nibbi Azienda Agricola Bio, Biolà.
NB il Casale Podere Rosa non è l’intermediario!
[Roma, persiana con peperoncini. foto di Stefano Petrella]


Il Casale Podere Rosa, nonostante l’ingiunzione di sfratto ricevuta a dicembre 2016, prosegue le attività sociali, culturali e di intrattenimento, di difesa e valorizzazione dei beni comuni e dell’ambiente, di promozione e sostegno dei piccoli agricoltori, con servizi per le famiglie e i giovani . La #vertenzaCPR è in atto per impedire la chiusura e trasformazione di questo storico spazio sociale e culturale della periferia romana.
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